Kia e Hyundai insieme per sfornare la concorrente della Prius

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photo credit: Thomas Hawk via photopin cc
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Si parla di un paio d’anni ma gli scatti rubati alle test car coreane rivelano che un prototipo è già stato messo su strada: si tratta dell’auto deputata a concorrere con la leader del segmento ibrido, la Toyota Prius, per conto dei marchi coreani Hyundai e Kia.

I due produttori vicini di casa hanno infatti deciso di tentare l’inserimento in questa tranche di mercato, ognuno con i suoi modelli dedicati ma con una condivisione di base della tecnologia.

Hyundai, per quanto affermato dal suo stesso CEO a Reuters, conferma la volontà di concentrarsi sulle strade del full hybrid, dell’ibrido plug-in e delle fuel cells ad idrogeno, senza però specificare molto sulle tempistiche.

In casa Kia sono invece più propensi a dichiarare che la loro risposta alla Prius è in elaborazione da un paio di anni e corrisponde ad una prototipo chiamato DE, una berlina compatta 5 porte lunga 4 metri e mezzo.

Basata su di un motore 1.6 benzina con assistenza elettrica, riceverebbe un’evoluzione plug-in in un secondo tempo rispetto alla sua introduzione sui mercati, mentre la piattaforma di base darebbe il via ad una serie di modelli futuri con differenti design.

Che Kia e Hyundai si muovano nella direzione dell’ibrido non stupisce dopo che Toyota ha letteralmente generato un mercato laddove prima non v’erano che benzina e diesel: le due Case sudcoreane hanno già in gamma modelli all’avanguardia (e per questo ancora intangibili), come gli Hyundai ix35 e Tucson Fuel Cell, o ibridi, come le Optima e Sonata (previste anche in versione PHEV), o ancora full electric, come la Kia Soul EV, ma nessuno di questi è in grado di competere su grandi numeri come fa invece la Prius.

Prius che si dichiara sempre più agguerrita, con un’economia dei consumi ancor migliorata nelle prossime versioni e pronta a sfidare l’ennesima predizione negativa degli analisti di settore, che vedono la combustione interna in ripresa sulle tecnologie elettrificate.

 

 

 

Andrea Lombardo

Fonte: Reuters, Autocar, Autoblog