Detto, fatto: Kia in sei mesi è passata dall’annuncio del lancio di una versione elettrica della citycar Soul alla sua presentazione al Chicago Auto Show ed ora al Salone di Ginevra. Con una tempistica che ha del “renziano”, adesso comunica che le catene di montaggio inizieranno a lavorare sulle Soul EV, prime vendite previste per l’estate in Corea del Sud.
Malgrado la rapidità d’azione, Kia sta in realtà preparando con cura la formazione di un mercato per la sua prima auto elettrica a batteria: lo dimostra il fatto che non voglia fare il lasso più lungo della gamba, come si suol dire, stimando in circa 5 migliaia le unità che saranno vendute nel suo primo anno in commercio.
La Soul EV, che in patria costerà l’equivalente di 39,000 dollari (quasi dimezzati dagli incentivi statali), servirà da apripista ad un futuro incremento dei modelli elettrici offerti in Corea: nel 2016 è infatti confermata l’intenzione di Hyundai di introdurre una sua auto a batteria.
Non è però il mercato di casa, fermo quest’anno a 713 EVs venduti fra Renault-Samsung SM3 EV, Kia Ray EV e Chevrolet Spark EV, quello su cui Kia scommette: sono gli Stati Uniti e l’Europa i due territori di caccia che i Coreani sono pronti ad invadere.
Anche qui, con cautela: un portavoce della casa, Michael Choo, ha riferito ad AutoblogGreen che Kia sta valutando attentamente la fattibilità di ogni mossa, cercando di scottarsi il meno possibile durante il primo anno di vendite.
Capito come e dove inserire la sua citycar elettrica, il marchio sudcoreano si dice certo che le vendite della Soul EV non faranno che crescere costantemente.
La Kia Soul EV, con i suoi 200 km di autonomia e la duplice predisposizione per la ricarica rapida AC e DC è un modello fortemente atteso forse anche per via della sua freschezza e del già affermato gradimento riscontrato dalla versione a benzina.
Negli Stati Uniti dovrebbe arrivare per il terzo quarto dell’anno, probabilmente subito dopo l’estate, mentre in Europa Kia lancerà la sua auto elettrica a partire da quei mercati che si dimostrano più floridi o maggiormente sostenuti dalle politiche statali, come ad esempio Gran Bretagna, Francia, Norvegia e Paesi Bassi.
Andrea Lombardo
Fonti: Reuters via AutoblogGreen