Pensando all’India possono venire in mente tante cose, dai santoni, alle colorate vesti svolazzanti delle donne, ai templi Indù: ma tra vacche sacre ed elefanti, quasi tutti ricorderanno di aver visto miriadi di strambi veicoli, per lo più a due e tre ruote.
Ebbene, come in tanti Paesi dell’area asiatica, sta prendendo piede l’idea che sia necessaria una rivoluzione nei trasporti: via le repliche variopinte di Vespa e Ape, dentro versioni moderne che non inquinino.
È proprio in questo mercato (enorme, perché l’India è il secondo produttore di motocicli del pianeta) che vogliono entrare i giapponesi di Terra Motors, marchio che in patria sta agilmente crescendo sull’onda della mobilità elettrica.
Dopo l’e-scooter A4000i, destinato alle realtà più benestanti dell’Asia, e l’EV Trycicle pensato per rimpiazzare gli inquinanti risciò a motore del sud-est asiatico, la proposta per l’India si chiama Kiwami ed è una moto elettrica studiata per le esigenze della clientela indiana.
È una moto che vuole sposare la passione di chi è attratto dalle nuove energie con un’estetica accattivante, giovanile: i ragazzi indiani dovrebbero essere quindi il target che Terra Motors ha messo nel mirino.
La Kiwami (che in Giapponese significa “Definitiva”) monta un motore elettrico da 10 kW e raggiunge i 160 km/h.
Un’autonomia di 200 km, ricaricabile in 6 ore (in India la ricarica rapida è ancora nel mondo delle idee), dovrebbe consentire una certa libertà di movimento, mentre, come accade per altro con tutti i modelli distribuiti su diversi mercati, le sospensioni del mezzo sono state pensate per essere molto rigide, adatte ai fondi stradali che comunemente si trovano in India.
Secondo Terra Motors l’India è un Paese sul quale l’elettromobilità deve scommettere: non a caso la sua politica è stata quella di proporsi come Tesla delle due e tre ruote, sfornando modelli tagliati e cuciti sulle esigenze di alcuni specifici mercati che si aspettano in grande crescita (India per l’appunto, Filippine e Giappone).
L’investimento che l’azienda giapponese si dice intenzionata a fare in India nell’anno fiscale prossimo ammonterà a 300 milioni di rupie, sicuri che gli Indiani apprezzeranno la qualità dei prodotti nipponici.
L’India si è già mostrata feconda nei confronti delle bici a pedalata assistita, care per le fasce più povere della popolazione (ossia la stragrande maggioranza) ma fondamentale mezzo per lavorare, motivo per il quale sempre più Indiani sono disposti a sacrificarsi per acquistarne una. Nelle zone urbane benestanti insiste invece il problema dell’inquinamento dovuto alla forte congestione del traffico ed al parco mezzi obsoleto: il governo dice di voler incentivare l’industria dell’auto elettrica ma non ha di fatto ancora promosso seri incentivi, mentre Mahindra, marchio nazionale delle 4 ruote, sta più che in passato sfornando modelli a zero emissioni.
In questo contesto Terra Motors entrerà con la Kiwami Electric Bike vendendola al prezzo, non esattamente stracciato, di circa 29mila dollari americani.
Andrea Lombardo
Fonte: GreenCarCongress, CleanTechnica