La capitale dell’Alaska Juneau vuole diventare una vetrina per la mobilità elettrica

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photo credit: HBarrison via photopin cc
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Juneau, capitale dello Stato dell’Alaska, non è nota come paradiso dell’ecomobilità e, dalle nostre parti, non è propriamente nemmeno conosciuta. In virtù di una serie di condizioni favorevoli vuole però diventare la capitale americana delle auto elettriche, facendo di sé stessa una vetrina per l’intero settore della mobilità sostenibile.

Come? Nell’arco di un anno la concentrazione di colonnine di ricarica installate a Juneau diventerà più alta che nella San Francisco Bay Area e a Los Angeles, le due città che oggi sono faro dell’elettromobilità negli States.

Gli amministratori della capitale del freddo Stato americano ritengono che una serie di fattori geografici ed economici la aiuteranno nell’intento: Juneau ha una popolazione di circa 32,000 abitanti e l’arteria di traffico maggiore, la Route 7 che la attraversa per tutta la sua lunghezza, conta meno di 60 km da un estremo all’altro. Si tratta della più grande lunghezza che un veicolo possa percorrere in un’unica volta nell’intera zona: Juneau ha infatti un’altra peculiarità che è quella di essere isolata dal mondo per quanto riguarda i trasporti terrestri. Inoltre, dettaglio importante, ricava il proprio approvvigionamento energetico unicamente da centrali idroelettriche, per cui ha la possibilità di offrire una mobilità davvero a “emissioni zero”.

Come affermano gli stessi abitanti della città, il problema dell’ansia da autonomia è relativo perché ci sono più sentieri che strade e l’area urbana è un circuito chiuso dal quale non si può uscire se non via mare o per via aerea. Questo però è anche il punto di maggior svantaggio: attualmente per qualsiasi problema di assistenza, in tutti i campi, si deve ricorrere alla spedizione in continente. Allo stesso modo, qualsiasi problema dovessero avere gli utenti di un veicolo elettrico, l’unica soluzione rimarrebbe il ricorso a tecnici provenienti da fuori, con conseguenti costi e tempi dilatati.

Qui però interviene la politica locale: Juneau vede infatti nella propria trasformazione a capitale delle auto elettriche un’opportunità di crescita economica.

Prima di tutto perché l’energia idroelettrica prodotta in casa le costa meno che importare diesel e benzina dagli States, cosa che comporta un ricarico del 15-20% per gli utenti isolani.

In secondo luogo perché proprio l’assenza di rivenditori autorizzati e centri di assistenza (esiste un concessionario Chevrolet che può già vendere le Volt Extended Range) è un’opportunità per creare nuovi posti di lavoro e convertirne altri già esistenti.

Terzo e più importante scenario: arrivando ad avere la più diffusa rete di ricarica degli Stati Uniti interi e puntando tutto sull’auto elettrica, Juneau intende vendersi come isola-sponsor ai produttori automobilistici. Sfruttando la propria attrattiva turistica (è circondata da una natura selvaggia), la capitale dell’Alaska pensa di trarre profitto attirando i colossi dell’automobile perché forniscano ai car sharing e car rental locali i propri modelli.

Un’isola popolata solo da auto elettriche sarebbe uno spot pro elettromobilità che poi le Case sarebbero aiutate a sfruttare da apposite società che unirebbero la visita turistica al noleggio dell’auto ed alla successiva offerta di acquisto del veicolo una volta tornati a casa.

Nella città sono già partite azioni incentivanti per i proprietari di auto elettriche plug-in da parte del gestore energetico locale A.E.L.&P., Alaska Electric Light & Power: la strada da compiere è però molto lunga, visto che il numero di veicoli a zero emissioni a Juneau raggiunge adesso a malapena la decina e la stazione di ricarica pubblica è una sola.

 

 

 

Andrea Lombardo

Fonte: PlugInCars