La Cina rappresenta uno degli scenari più promettenti per lo sviluppo del mercato delle auto elettriche: la necessità di tagliare drasticamente i livelli stratosferici di inquinamento che un’economia in rapida espansione portano con sé impongono ai cinesi di praticare con decisione la via delle energie alternative.
BYD, una delle industrie automobilistiche della Cina più attive sui veicoli elettrici anche al di fuori dei confini nazionali, vuole sparigliare le carte e quadruplicare i numeri delle sue vendite: secondo il Wall Street Journal, approfittando di una serie di congiunture favorevoli, i cinesi sperano di chiudere il 2013 a quota 8.000 unità vendute contro le 1.700 del 2012.
L’obiettivo ambizioso riguarda la categoria dei veicoli elettrici leggeri, automobili, per intenderci, mentre per quanto riguarda i mezzi pesanti come gli autobus, altro fronte sul quale BYD è molto attiva, si punta a triplicare i numeri in gioco, passando da 700 a 2.000 unità vendute all’anno.
Numerosi gli accordi stretti dalla compagnia cinese negli ultimi mesi del 2012 per preparare il campo a questa vertiginosa ascesa: in particolare sono state scelte le forniture per flotte aziendali o enti pubblici di tutto il mondo, dai taxi di Londra a quelli di Hong Kong e Bogota, senza prescindere naturalmente da casa propria, con i 500 mezzi acquisiti dalla polizia di Shenzen.
BYD, specie con il suo sbarco negli Stati Uniti, si era da un lato dimostrata azienda automobilistica aggressiva nelle strategie di espansione sul mercato ma dall’altro era rimasta avvolta in un alone di mistero e diffidenza dovuto alla lentezza con cui i suoi progetti al di fuori della Cina sono partiti.
Adesso però, con la solida base degli incentivi in casa propria ed approfittando di quelli americani, chi la ferma più?
[A.L.]