Un trial sulla ricarica “smart” è in corso nella capitale britannica, con lo scopo di studiare l’impatto delle auto elettriche sulla rete cittadina e migliorare la distribuzione di energia evitando i tanto temuti picchi di richiesta.
Una delle questioni che rapidamente stanno emergendo ovunque laddove i veicoli elettrici iniziano ad essere una nicchia numerosa riguarda la gestione delle reti di distribuzione cui gli impianti di ricarica pubblici e privati sono connessi.
I veicoli elettrici assorbono energia dalle reti e, per via delle autonomie, tendono ad indurre i proprietari a due comportamenti diametralmente opposti, ossia la ricarica pianificata, normalmente notturna, e quella compulsiva, che spinge i più ansiosi ad attaccarsi a tutte le spine che trovano.
Incentivare la prima modalità è la prospettiva cui tutti gli enti di ricerca, dagli Stati Uniti all’Europa, si rivolgono per evitare un eccessivo assorbimento di energia nelle fasce orarie già vessate dalla richiesta di energia proveniente dagli edifici ma la situazione ideale che va delineandosi è quella di una gestione diretta delle ricariche da parte dei provider di energia.
Londra per la prima volta si unisce a questa corrente di studi testando un software – battezzato Carbon Sync – per la gestione in tempo reale dei rifornimenti delle auto elettriche attaccate alle colonnine di ricarica pubblica.
Con la partecipazione del distributore di energia UK Power Networks, della rete di rifornimento POD Points, di Smarter Grid Solutions e dell’Imperial College London, la città sta collazionando dati sull’impatto delle ricariche nelle fasce orarie della giornata per identificare i picchi critici.
Soprattutto, il programma permette di leggere in tempo reale lo stato di carica dei veicoli connessi e di valutare quali abbiano più bisogno di energia e quali meno: senza influire sull’operatività delle colonnine, il distributore di energia e Smart Grid Solutions sono così in grado di diminuire il flusso di elettricità in uscita verso i singoli automezzi qualora la rete si trovi sottoposta ad uno stress eccessivo (identica soluzione pensata anche da Tesla Motors per le sue stazioni Supercharger).
Il trial londinese include cinque stazioni di ricarica nella city, dieci nella zona di Beckton ed una cinquantina in altri punti di interesse della capitale: Londra vuole capire non solo come i veicoli elettrici, sui quali sta fortemente puntando, possano interagire con l’efficienza della sua rete elettrica ma anche dove intervenire per evitare disservizi.
Londra intende infatti supportare il più possibile la diffusione degli EV, considerati fondamentali per la realizzazione del Low Carbon London, programma che prevede l’azzeramento quasi totale delle emissioni da parte dei veicoli nel centro della città (da cui la spinta verso taxi e bus elettrici), mentre entro il 2020 il 10% delle energie usate nei trasporti dovranno derivare da fonti rinnovabili.
Senza controllare intelligentemente i processi di rifornimento dei veicoli elettrici, Londra dovrebbe probabilmente sobbarcarsi un rinnovamento delle centraline urbane da qui al 2030, in corrispondenza di una penetrazione del 25% degli EV: un costo evitabile con un po’ di sana previdenza.
Andrea Lombardo
Fonte: UK Power Networks