Mahindra & Mahindra, colosso indiano delle quattro ruote, è pronto a svelare la prima auto elettrica 4 porte sportiva costruita interamente nel subcontinente asiatico.
L’occasione per presentarla è l’Auto Expo che si terrà a Nuova Delhi in Febbraio, dove Mahindra porterà anche altri veicoli elettrici, a dimostrazione che, seppur lentamente, un interesse a sviluppare modelli a emissioni zero esiste anche in India.
È il caso della Verito EV, versione elettrica dell’omonima berlina già in commercio costruita sul pianale della Dacia Logan. In veste a emissioni zero potrebbe arrivare sul mercato domestico indiano se il governo sbloccherà gli incentivi tanto attesi.
C’è poi la monoposto che il team Mahindra sta allestendo per il primo campionato di Formula E, al quale gli Indiani prenderanno parte, contando su un indubbio effetto boomerang sulla popolarità dei veicoli elettrici.
Mahindra mostrerà anche una versione ibrida di uno dei suoi più apprezzati SUV, il XUV500, con un’architettura diesel-elettrica.
L’unico modello fin’ora disponibile sul mercato è la Mahindra e20, utilitaria che non ha riscosso grande successo per via della fase ancora acerba in cui la mobilità elettrica versa nel Paese asiatico: Mahindra, probabilmente sulla scia dei piani promossi dal governo centrale per la riduzione dell’inquinamento e la promozione di veicoli elettrici, sta decisamente rafforzando l’offerta o, per lo meno, vuole dimostrare di essere in grado di farlo.
Una divisione dedicata ai soli veicoli elettrici esiste addirittura dagli anni ’90 con la Reva, società che è stata negli anni assorbita dal Gruppo Mahindra.
L’India ha un bacino d’utenza potenzialmente enorme e la necessità di tagliare le emissioni inquinanti dovute ad un parco mezzi antiquato; l’obsolescenza della rete di distribuzione elettrica non facilita però il compito al governo di New Dehli.
Recentemente è emerso un trend interessante nel Paese di Gandhi, con le comunità rurali protagoniste di un riscatto sociale a base di moto elettriche per certi versi inaspettato per noi Occidentali.
Andrea Lombardo
Fonte: Business-Standard