Milano, città elettrica per l’ Expo 2015?

2882
Milano Expo 2015
Milano Expo 2015 - photo credit: César Corona via photopin cc
Milano Expo 2015
Milano Expo 2015 – photo credit: César Corona via photopin cc

Finalmente Milano prende per mano l’Italia nel suo cammino verso l’utilizzo quotidiano delle auto elettriche: il capoluogo lombardo, in vista dell’Expo 2015, invece che fregiarsi di tante colossali opere pubbliche i cui cantieri sono rallentati dall’ignavia politica e dalla crisi economica, intravede una strada ben più “pulita” per porsi come avanguardia di un Paese che vuole ripartire. Ed è una strada che punta dritta ai trasporti a emissioni zero.

Dopo fiumi di inchiostro virtuale versati sulle pagine di questo blog, noto con piacere che molte delle considerazioni più volte espresse iniziano a fiorire anche sulle pagine di giornali nazionali come il Corriere della Sera, da dove rimbalza nel web un articolo di Francesco Bertolini sulle opportunità che la mobilità elettrica possono rappresentare per la Milano del presente.

Già, perché il 2015 è dietro l’angolo e la città meneghina è già un caso di crescita felice della mobilità “zero emission”: il bike sharing vanta 188 stazioni, oltre 3,000 bici e 24,500 abbonati e sono ormai attivi i car sharing marchiati Car2Go ed Eni, giustamente indicati come sprone verso una mentalità che inquadri i mezzi di trasporto sempre più come “condivisi” e sempre meno “privati”.

Recentemente l’elettrico si è fatto anch’esso largo nelle strade milanesi con il car sharing e-Vai di Trenord, con l’e-bike sharing ed il car sharing EQ Sharing promosso direttamente dal Comune di Milano assieme alle Isole Digitali. Non dimentichiamo neppure che finalmente auto ibride ed elettriche parcheggiano gratis nelle ZTL esibendo un apposito contrassegno.

L’articolo di Bertolini ne descrive gli effetti evidenti, sottolineando come imbattersi in un veicolo o una minicar elettrica a Milano non sia più una rarità ma anche come, di tanto in tanto, capiti persino di trovarsi a tu per tu con una potente berlina elettrica collegata ad una colonnina di ricarica rapida (questa sì, rarità!). Proprio Milano, continua Bertolini, potrebbe convertire l’Area C in Area E destinata alla sola circolazione di veicoli elettrici: certo una provocazione ma nemmeno poi tanto distante dalla realtà di altre città importanti.

Si pensi a Londra, che dal Congestion Charge nel centro cittadino esenta solo i motori elettrici: per Milano, presentarsi all’Expo 2015 con un centro città ad emissioni zero vorrebbe dire non solo dotarsi di un bel biglietto da visita ma soprattutto fare una scelta importante per il proprio futuro.

Certo, il timore che la barra del timone sia gestita “all’italiana”, con mille proroghe, ripensamenti e deroghe, c’è: vedremo se Milano saprà davvero dare l’esempio che tanto manca all’Italia. Se però l’autore dell’articolo afferma che l’auto elettrica e la sua recente evoluzione dimostrino chiaramente come non si possa più parlare di lontane e folkloristiche soluzioni da ambientalisti sognatori e sostenga a spron battuto che Milano comunque, eventuale Area E a parte, stia vivendo una primigenia scoperta dell’elettrico, va detto che il resto d’Italia spesso alle parole “auto” ed “elettrica” associa uno sguardo perso nel vuoto ed un’espressione tutt’al più critica.

Milano ospita sempre più colonnine di ricarica elettrica e di gestori diversi: nella maggior parte delle città, medie e grandi del Paese, le stazioni di ricarica sono poche decine, inaugurate quasi senza farlo sapere ai cittadini e soprattutto senza spiegare loro quale grande importanza possano avere.

È inoltre ancora carente, per non dire inesistente, una vera campagna di sensibilizzazione verso l’auto elettrica, un qualcosa che non può venire solo dalle Case automobilistiche ma che necessariamente deve avere un’investitura dello Stato, uno Stato promotore del risparmio energetico e nemico delle mistificazioni sull’affidabilità della tecnologia dell’elettrico proprio per suo specifico interesse.

Sono infatti le città di cui è costituito ad implorare un cambio di mentalità, è il territorio sulle quali sono costruite che chiede rispetto ed infine sono gli Italiani stessi che sperano in un’alternativa, ambientale ed economica, quale che sia.

Milano, qualora diventasse una città elettrica per l’ Expo 2015, sarebbe un bell’esempio; lo sarebbero anche la BreBeMi elettrica, come anche l’attuazione di un piano di ricarica nazionale, purchè non rimangano azioni spurie.

Alla base di tutto occorre una strategia d’insieme, davvero nazionale, che tolga il velo che oggi nasconde l’auto elettrica agli occhi delle persone: c’è, esiste e funziona, gli esempi nel mondo sono ormai troppi.

Cosa si aspetta a far ripartire questo Paese e la sua industria dei trasporti proprio dall’elettrico? Come non prendere nemmeno in considerazione che può esserci un secondo “boom” di cui approfittare?

 

 

Andrea Lombardo

 

1 COMMENT

Comments are closed.