L’indiscrezione è di quelle che fanno tremare i polsi al mondo della mobilità elettrica: Nissan starebbe valutando l’abbandono della produzione in casa di batterie per veicoli elettrici, almeno secondo Reuters.
Attualmente infatti il Marchio giapponese è tra i pochi a fabbricare da sé i pacchi batterie agli ioni di litio montati sulla sua gamma di veicoli elettrici, costituita dalla berlina Leaf e dal van e-NV200, costruendoli nei tre impianti dislocati tra Giappone, Regno Unito e U.S.
La voce ha rapidamente alimentato teorie su un possibile ridimensionamento della strategia “zero emission” di Nissan ma, a ben guardare, le motivazioni di questa scelta potrebbero essere addirittura opposte e dettate da ragioni ben più pragmatiche.
I costi di prima di tutto
Come sempre, alla base di una mossa del genere è assai plausibile vi sia un problema di costi. Nissan ha sin’ora percorso la strada
della produzione interna per i componenti delle sue vetture elettriche e, malgrado la Leaf sia saldamente in testa alle vendite mondiali di EVs, il volume produttivo delle batterie potrebbe non essere quello che l’azienda si aspettava.
Produrre da sé i pacchi batterie doveva aiutare Nissan a raggiungere un costo per kilowattora di anno in anno inferiore, permettendole così di tagliare anche il prezzo delle sue auto elettriche: la realtà attuale non vede però i nipponici come leader nella produzione di accumulatori, facendo sì che l’obbiettivo ottimale sia ancora lontano.
Davanti a lei sta infatti LG Chem, che riesce a mantenersi su di un miglior livello prezzo-performance rifornendo la maggior parte delle altre compagnie automobilistiche, da General Motors a Ford, dal Gruppo Volkswagen alla stessa alleata di Nissan, la francese Renault.
Alliance Nissan-Renault: separate in casa?
All’interno della stessa Alliance vi è infatti una differenza strategica importante: unite nello sviluppo dei veicoli, al capitolo batterie i due Marchi hanno mantenuto un approccio disgiunto, con Renault rifornita dalla sud coreana LG Chem per quel che riguarda i suoi modelli.
Chiaramente, come una fonte anonima interna a Nissan ha confidato a Reuters, esistono partigiani dell’una e dell’altra strategia nelle due aziende ma il vantaggio che l’Alliance trarrebbe dall’acquistare le batterie da un unico fornitore esterno sarebbe in questo momento molto alto.
In questo quadro, LG Chem pare ovviamente essere in pole position.
Guerra di autonomie: sfida a GM o a Tesla Motors?
Chi preoccupi di più fra General Motors ed i suoi annunci riguardo l’auto elettrica da 300 km e Tesla Motors, in procinto di entrare a gamba tesa assieme a Panasonic sul mercato delle batterie con la sua Gigafactory, non ha forse nemmeno importanza.
Fermo restando che Carlos Ghosn, CEO condiviso sia da Nissan che da Renault, ha ribadito che l’Alliance non ha intenzione di fare marcia indietro sui veicoli elettrici, il punto cardine rimane la competitività.
Con due realtà così aggressive sul mercato, il lancio tra 2015 e 2018 delle nuove generazioni di Nissan Leaf, Chevrolet Volt e Tesla (con la Model 3 da $35,000) farà da spartiacque per la sopravvivenza. Discriminante: prezzi al pubblico ed autonomie.
Se Tesla ha già in tasca la soluzione e GM (come VW) annuncia i 300 km di autosufficienza come requisito di base per i nuovi EV, ecco che Nissan potrebbe identificare ancora una volta in LG Chem la giusta partner per questa sfida, visto che proprio lei ha annunciato di aver prototipato il pacco batterie con il giusto mix di dimensioni e prestazioni, in produzione dal 2016.
Ecco così che la vera sfida sul mercato dei kilowattora potrebbe rivelarsi non tanto tra i Marchi delle 4 ruote, quanto fra Panasonic ed LG Chem.
Nissan, dal canto suo, ha da difendere una posizione di assoluto primato nella mobilità elettrica, dovuta al successo della Leaf: è difficile che i Giapponesi mollino la presa (scusate il gioco di parole).
Andrea Lombardo
Fonte: Reuters UK