Aggiudicandosi una nuova tranche di finanziamenti la città inglese di Nottingham acquisterà nuovi autobus elettrici che completeranno il passaggio alle emissioni zero della flotta cittadina.
Con 1.5 milioni di sterline verranno ordinati 11 bus elettrici che, sommati a quanti sono già in possesso di Nottingham, porteranno a 50 il numero di mezzi full electric in servizio nel trasporto pubblico locale.
Il Nottingham City Council ha elaborato l’ambizioso piano di conversione degli autobus urbani appoggiandosi al Green Bus Fund del governo britannico, tramite il quale ha ottenuto gli iniziali 4 milioni di sterline.
Lo stesso ministro dei trasporti inglese, la baronessa Kramer, ha benedetto l’iniziativa di Nottingham affermando che si tratta di soldi ben spesi, che miglioreranno la qualità della vita dei cittadini e dell’ambiente.
L’autorità locale vede invece il duplice vantaggio all’orizzonte di azzerare il proprio impatto ambientale e di migliorare la percezione del trasporto pubblico nelle persone, incoraggiandole all’utilizzo responsabile dei mezzi di trasporto privati ed invogliandole a preferire quelli pubblici ogni qualvolta sia possibile.
In generale, tutta la Gran Bretagna sta puntando forte sul rendere ecologico il TPL, in fede al piano Ultra-Low Emissions Vehicles (ULEV) che in maniera alquanto provocatoria – ma perentoriamente perseguita – afferma la volontà del governo di Sua Maestà di epurare i motori a combustione dalle strade inglesi entro il 2050.
Allo stato attuale delle cose, il fondo per l’acquisto di veicoli a basso impatto ambientale ha finanziato 89 milioni di sterline a tutti quegli enti locali che volessero dare un tagli all’inquinamento delle proprie flotte, portando circa 1,250 autobus a zero (o quasi) emissioni in servizio nel Regno Unito.
Nello United Kingdom la locomozione elettrica sta diventando un affare sempre più serio, con un crescere di iniziative di spessore non trascurabile: la capitale Londra ha attivato e sta portando avanti test che vedono bus elettrici e ricarica wireless nelle strade protagonisti, assieme ad una graduale conversione del parco taxi cittadino con nuovi modelli all electric (sviluppati da Nissan) e ibridi plug-in (Ecotive & Frazer-Nash); intento finale, la costituzione di una zona “ultra low emission” nel cuore della city.
Contemporaneamente Nissan è stata invogliata a portare la produzione della LEAF elettrica sul suolo britannico, portando occupazione nell’immediato e la prospettiva per l’Inghilterra di divenire una delle nazioni leader nella produzione di auto elettriche sul più lungo termine.
Sommateci poi che consulente del governo per le strategie sull’elettrico è stato nominato Elon Musk, CEO della rampante start up delle zero emissioni Tesla Motors, e che il passaggio alle e-cars è visto persino in chiave di riscossa autonomista dalla Scozia ed intuirete quali contorni assume la partita all’ombra dell’Union Jack.
Proprio di poche settimane fa è l’annuncio che 9.3 milioni di sterline saranno destinati a far conoscere i vantaggi ed i benefici delle auto elettriche alla popolazione britannica, contestualmente ad un’estensione delle reti di ricarica in parte esistenti.
Già, perché in Inghilterra le colonnine si trovano già anche in autostrada: sapete com’è, Paese che vai, determinazione che trovi.
Andrea Lombardo
Fonte: Business Green
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