Intravedere la Tour Eiffel sbiadita dietro una coltre di grigio smog fa sospettare che si tratti di una sua ricostruzione a Bombay o a Pechino: invece no, il cattivo gusto non c’entra. Questa volta Parigi ha davvero a che fare con un insolito fenomeno di alta pressione che non consente all’inquinamento di disperdersi nell’atmosfera e che sta affliggendo anche parte del Belgio e della Germania.
Cosa fare dunque? La risposta se la sono trovata davanti al naso i Parigini che, a partire da venerdì scorso, non hanno dovuto timbrare il biglietto della metro o del bus.
Il ministero della salute francese, sull’attenti per i rischi che questa concentrazione di gas nocivi possono avere per anziani, asmatici, bambini e donne incinte, ha pubblicamente chiesto di evitare di fare jogging nella capitale e di starsene il più possibile in casa.
Se proprio ci si deve spostare, allora che i Parigini usino l’auto elettrica: assieme a metropolitana ed autobus, nel week end scorso è stato infatti reso gratuito l’accesso al car sharing Autolib’, dotato di sole citycar ad emissioni zero.
Così le oltre 3000 Bolloré BlueCar si sono rivelate come una risorsa inaspettata, assieme alle 4000 stazioni di ricarica che Autolib’ ha installato a Parigi: per l’imprenditore Vincent Bolloré senz’altro è stato un colpo di immagine, concomitante per altro con l’annuncio del suo sbarco a Londra con un mega investimento per farne la capitale del car sharing elettrico.
Per i Parigini sembra invece valere il detto “a mali estremi, estremi rimedi”, con una morale latente: non sarebbe meglio usare sempre mezzi meno inquinanti piuttosto che arrivare a questi punti?
Andrea Lombardo
Fonte: The New York Times