PD, Movimento 5 Stelle, SEL e PDL: quali le proposte su energia e mobilità sostenibile?

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photo credit: zabriensky what? via photopin cc
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Aprendo e sfogliando i punti dei programmi elettorali dei partiti politici che si sono candidati alle ultime elezioni del febbraio 2013, cosa ci aspetteremmo di trovare in materia di energie rinnovabili e mobilità sostenibile?

Molti sicuramente li avranno letti, per lo meno quelli dei partiti cui erano interessati, ma probabilmente tanti altri non li hanno mai consultati: non è una critica ed è comprensibile che i programmi elettorali, in una certa misura, siano considerati “agende dei sogni”.

Però, almeno in teoria, avrebbero una grande importanza nell’indicare la linea politica di questo o quel partito nei confronti delle varie tematiche. Ho così deciso di confrontare i punti riguardanti l’energia con riferimento alla mobilità sostenibile di PD, SEL, PDL e M5S, per scoprire quali siano le differenze.

Cominciamo dal PD: nel programma del partito che ha poi ottenuto la maggioranza dei voti, seppur senza riuscire ad affermarsi realmente, si trova citata esplicitamente la Green Economy, con particolare riferimento alle energie rinnovabili.

Obama è portato come esempio da seguire per la sua politica di investimenti su infrastrutture e trasporti, senza prescindere dalla necessità che parte di queste corrispondano ad una nuova mobilità sostenibile: questa strada è indicata come volano economico e potenziale riserva di posti di lavoro.

Il Partito Democratico non punta sul trasporto privato bensì su quello pubblico, definendosi il “partito dei pendolari”.

All’interno dei capitoli programmatici si trovano anche i “10 punti per l’ambiente”, con i quali si dice di voler puntare su energie derivate da fonti rinnovabili, su un’efficienza energetica migliorata e su forme di mobilità sostenibili.

Come dire, nel programma di Bersani i temi sono presenti e ribaditi ma non eccessivamente approfonditi.

 

SEL, Sinistra Ecologia e Libertà, espone un programma dal taglio decisamente più netto: il punto riguardante l’ambiente si apre parlando in favore delle energie rinnovabili elettriche e della necessità di svilupparle per liberare l’Italia dalla dipendenza dai combustibili di origine fossile.

Sono annoverati fra gli obiettivi la messa a punto delle Smart Grid ed il supporto ai progetti Smart Cities, con la promozione delle reti di ricarica per veicoli elettrici. Si parla anche di mobility management per la gestione della mobilità urbana e di soluzioni come car sharing, car pooling e ciclistica a zero emissioni per incentivare l’abbandono dell’auto privata in città, punto ricorrente nei diversi programmi elettorali.

Mobilità sostenibile ed energie rinnovabili anche per Nichi Vendola, insomma, però entrando già più nel merito delle proposte: tant’è che un punto del programma si chiama “Smart” ed è, non a caso, quello dedicato alle città intelligenti.

 

Veniamo al PDL dell’ex premier Silvio Berlusconi: prevalgono i temi di natura socio-economica e alla voce “ambiente” si trova citata nuovamente la Green Economy, intesa come onnicomprensiva di un piano generale per la mobilità sostenibile, dello sfruttamento delle energie rinnovabili e dello sviluppo delle Smart Grid assieme ad un miglioramento dell’efficienza del sistema di trasmissione dell’energia elettrica. Ultimo punto racchiuso sotto al cappello della Green Economy è il riciclo dei rifiuti, per essere completo.

Sono giusto citate le Smart Cities, mentre la cosa più interessante del programma del Popolo Della Libertà  è che si parla esplicitamente di incentivi per la crescita delle energie rinnovabili.

 

Infine, il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo eviscera numerosi punti al di sotto della tematica ambientale ed energetica. L’efficienza energetica degli edifici è fra i primi argomenti toccati assieme alla riduzione delle emissioni di CO2 nella produzione di energia elettrica.

Si punta chiaramente sulle energie da fonti rinnovabili e si pone la micro-cogenerazione come pratica da diffondere e favorire.

L’uso dei mezzi privati motorizzati è avversato nelle aree urbane e si parla di tassare l’ingresso nei centri storici per quei veicoli che viaggino con una sola persona a bordo: car sharing, trasporti pubblici, collettivi e privati elettrici, sono tra i punti.

 

In definitiva, da questa semplice e sicuramente superficiale comparazione, si può trarre che le tematiche fondamentali dell’utilizzo delle energie rinnovabili, di una disincentivazione del trasporto privato in favore di quello condiviso e pubblico nelle aree urbane e l’avvallo di una mobilità sostenibile ricorrono in tutti i programmi.

PD e PDL si mantengono più vaghi, con il Popolo Della Libertà che sorvola ancor più a grandi linee del Partito Democratico il settore eco mobilità, citando un’idea generale di Green Economy.

Sicuramente i programmi più aggressivi sono quelli redatti da SEL e M5S: entrambe parlano più nel merito delle questioni con riferimenti più precisi, con il partito di Vendola unico ad indicare l’abbandono dei combustibili fossili come strada di indipendenza energetica ed economica, mentre il Movimento di Grillo circostanzia i punti di cui parla con una maggiore presenza di dati e quindi non solo citandoli a grandissime linee.

 

Andrea Lombardo