Che le città cinesi soffrano di una vera e propria sindrome di soffocamento causata dallo smog è cosa nota: la capitale della Cina tenterà così di tagliare le emissioni nocive cambiando buona parte degli autobus pubblici con altrettanti a basse emissioni.
Per l’esattezza sarà l’80% dei bus ad essere mandato in pensione entro il 2017: si tratta di 13,825 veicoli sostitutivi, dei quali 4,058 saranno elettrici e 7,185 alimentati a gas naturale.
Allo stesso tempo la città cinese modificherà la viabilità dei trasporti pubblici per cercare di decongestionare le zone periferiche ed obbligare il maggior numero di persone a servirsene lasciando a casa i mezzi privati.
Il rinnovamento del parco autobus di Pechino porterà a ridurre i consumi di carburante di 180,000 tonnellate all’anno, secondo quanto affermato da Nan Tao, dirigente dei trasporti pubblici della capitale. Anche le percentuali di diossido di carbonio dovrebbero calare del 50%, il particolato del 60%.
Entro il 2014 avverrà la sostituzione dei primi mezzi pubblici con 700 bus elettrici e 1,950 a gas naturale: il piano fa parte del Clean Air Action Plan varato dal governo della città cinese, alle corde con il problema incipiente dello smog.
Allo stato attuale a Pechino sono già in servizio 590 filobus elettrici, distribuiti su 15 linee che coprono un paio di centinaia di chilometri. Proprio i filobus sembrano fare gola alle amministrazioni urbane cinesi: dismessi nel corso del tempo in svariate città, sono al momento ritenuti più convenienti economicamente rispetto ai veicoli elettrici a batteria ma altrettanto vantaggiosi per via delle emissioni nulle.
In Cina l’adozione di veicoli elettrici nelle flotte di autobus pubblici e taxi è una soluzione sempre più considerata per combattere l’inquinamento: ogni anno lo Stato promuove incentivi per l’acquisto di auto private non inquinanti e l’industria automobilistica cinese si è fortemente affinata nel settore dell’elettrico.
Andrea Lombardo
Fonte: ChinaDaily
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