Più batterie per la sola Tesla che per tutta l’industria dei computer: dopo Panasonic anche Samsung tra i fornitori

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Credit: Tesla Motors
Credit: Tesla Motors

Gli affari della (ex?) start up californiana Tesla Motors stanno vivendo una fase di crescita ininterrotta ormai dall’anno passato: crescita degli introiti, crescita della richiesta e crescita dei numeri di produzione.

La crociata pro mobilità elettrica indetta dal CEO Elon Musk veleggia apparentemente per il meglio e da poco l’azienda è a pieno titolo approdata in Europa, con piani di espansione commerciale e produzione non male.

Un’esigenza che si è quindi prospettata è la diversificazione dei fornitori delle sue componenti per batterie, cui fino ad oggi ha supplito Panasonic.

Ma con l’aumento della produzione fino a probabili – secondo analisi di mercato – 40,000 unità all’anno (il regime attuale è di 21,000 auto annue) Tesla si sta attrezzando per sopperire ad una richiesta superiore delle celle necessarie a comporre le batterie agli ioni di litio delle sue vetture elettriche.

Per altro nei prossimi due anni, oltre all’apertura di nuovi impianti di assemblaggio (l’Asia potrebbe essere un secondo orizzonte di conquista dopo l’Europa), è programmato l’inizio della produzione della Model X e, a seguire, la presentazione di un modello più economico mirato esplicitamente ad aumentare i volumi di vendita.

Si stanno quindi aprendo margini per altri fornitori: il pacco batterie da 85 kWh delle Model S richiede circa 7,000 celle agli ioni di litio di tipo 18650 (le stesse impiegate nei laptop) per essere assemblato. Poiché dal forum Tesla Motors Club emerge che meno del 30% dei clienti Tesla opti per il pacco batterie da 60 kWh (come riportato da GreenCarReports), le 21,000 auto prodotte in un anno formano un ammontare complessivo di 1.6 milioni di kWh.

E se si considera che tutti i pacchi batterie delle Nissan Leaf (24 kWh è la capacità) vendute globalmente sino a luglio 2013 (71,000 unità) mettono assieme 1.7 milioni di kWh, questo rende le proporzioni del gioco.

Tesla è l’unico produttore di auto che impiega i moduli 18650 per i veicoli plug-in e la sua richiesta ha obbligato Panasonic, unica fornitrice dei californiani, ad aumentare la produzione. Ma è molto probabile che la start up si rivolga anche ad altri fornitori: Samsung SDI è in pole position, forte anche delle collaborazioni già attive con BMW per le batterie della i3, Fiat per quelle della 500e e, pare, anche Volkswagen.

Alla fine del decennio il regime di crescita della domanda di auto elettriche potrebbe portare Tesla a produrre 100,000 batterie l’anno, superando addirittura i numeri dell’industria dei computer portatili già nel 2017. E Samsung, secondo The Korea Herald, ha sopravanzato concorrenti come LG Chem nell’offrirsi a Tesla come alternativa a Panasonic.

Panasonic che nel 2014 aprirà una nuova linea di produzione per tenere testa alla domanda di Tesla: la vendita di celle agli ioni di litio per batterie vale un giro d’affari da oltre 41 milioni di dollari per l’industria giapponese.

 

 

Andrea Lombardo

Fonte: Ecopreneurist  via CleanTechnica , GreenCarReports

 

 

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