Sfatiamo i miti sull’auto elettrica

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Auto elettriche, Palo Alto, CA
photo credit: connors934 via photopin cc
Auto elettriche, Palo Alto, CA
photo credit: connors934 via photopin cc

Sul blog Italians di Beppe Severgnini, ospitato su Corriere.it, sono apparsi negli ultimi 7 giorni due opposti (ma significativi) post. Uno è la descrizione in prima persona di come l’auto elettrica anticipi la “normalità” del futuro nella Silicon Valley, l’altro la confutazione disillusa del “mito dell’auto elettrica“.

Fermo restando che il primo è chiaramente scritto da un entusiasta ed il secondo da un critico (e che io in California di persona non sono stato ma svolgo il mio lavoro dall’Italia), mi sono interessato alle parole dello scettico.

[quote style=”1”]Caro Severgnini, sfaterei il mito delle auto elettriche in California. Lo stato californiano impone che chi vende un certo numero di auto a benzina (mi sembra almeno 50000) commercializzi anche una versione elettrica (da qui il commento di Marchionne sulla 500: “ci perdiamo soldi, ma ci hanno costretto a farla”). Tutte le auto elettriche sarebbero invendibili se non fossero sovvenzionate da incentivi vicini a 10 mila dollari di credito d’imposta (non semplice deduzione) per unita’: per esempio, la Nissan Leaf senza incentivi costa come una BMW, e sono appetibili solo a persone come gli ingegneri di Silicon Valley che guadagnano oltre 150 mila dollari l’anno e pagano fino al 40% di imposte (tra statali e federali, la California ha le aliquote piu’ alte dell’Unione), ma del tutto antieconomici in stati dove la pressione fiscale e’ quella normale degli USA (25-30% con le abbondati deduzioni). Che dire di Tesla: e’ nata grazie al contributo di centinaia di milioni di dollari del’amministrazione e all’idea tutt’altro che stupida di utilizzare una fabbrica dismessa della Toyota (la sua rivale Fisker che fabbricava le auto fuori dagli USA e’ praticamente fallita) e di fare una joint venture a tre con Toyota Motors ed il fabbricante di batterie. Il valore dell’azione e’ del tutto spropositato (siamo a livelli pre-2001 per le azioni di internet), ma si e’ visto questo ed altro. Soprattutto sono auto da 100 mila dollari che fanno il rumore di un filobus, e fuori dalla California dove (come dico spesso facendo sorridere i non Californiani e imbarazzando gli indigeni) puoi farti di LSD e cocaina a piacimento, ma guai a fumare una sigaretta, il simbolo di un’ipocrisia ed uno stato liberal che piacciono poco. Un caro saluto da Los Angeles. [/quote]

Premettendo tutto il rispetto possibile per chi ha liberamente espresso il suo parere, vorrei ribattere ad alcuni dei concetti espressi.

Le auto elettriche, presentate così, sembrano non esistere, essere solo un’invenzione promossa da qualche Stato ipocrita che intende lavarsi la coscienza sul fronte ambientale.

Se anche così fosse (non mi scandalizzarei), troverei comunque il discorso vagamente mistificante. Constata delle realtà, non c’è dubbio: la California incentiva l’adozione di mezzi di trasporto alternativi, pur con tutte le contraddizioni del caso (vedasi anche la Norvegia), le auto elettriche costano tanto e alcuni progetti sono cresciuti grazie a fondi pubblici per la ricerca.

Sul rumore “da filobus” mi mancano alcuni dati: questa persona potrebbe aver sentito il filobus più silenzioso al mondo oppure aver scambiato qualcos’altro per un’auto elettrica (personalmente non paragonerei né una Leaf né una Tesla S – guidate davvero, queste sì – ad un veicolo pesante).

Quello che mi trova particolarmente in disaccordo è l’accento posto sull’idea di “mito da demolire”: l’auto elettrica non è una figura immaginaria ed epica, sebbene gli entusiasti tendano a vederla così. L’auto elettrica è una delle soluzioni più praticabili per costruire una mobilità meno inquinante ed inserita in una globale revisione dei nostri usi e costumi energetici. Così penso vada inquadrata, al di fuori delle euforie di parte: è una strada da vagliare (in gran parte già vagliata, basta informarsi), un’opportunità e non una questione campanilistica.

Poi, che la California imponga a Fiat & co. di vendere almeno un modello elettrico non è che un modo per dare inizio ad un cambiamento: quel governo, per svariate ragioni, vuole farlo. L’Italia un po’meno, infatti sta alla finestra o quasi (perché, ad onor del vero, piani ed interessi per la ricarica dei veicoli elettrici ne esistono).

 

Vogliamo parlare di finanziamento pubblico? Beh, non è certo stata un’eccezione per Tesla (che all’epoca produceva già la Roadster, comunque): sono gli stessi fondi cui attingono Ford, GM piuttosto che Nissan per sviluppare nuove tecnologie non necessariamente elettriche. E non mancano gli esempi anche in casa nostra, nel bene o nel male: ricordarsene solo per Tesla (che per altro il debito l’ha ripagato in anticipo) mi pare un po’strumentale.

 

Infine, il capitolo prezzi. Qualcuno si ricorda quanto costassero i primi telefoni cellulari o i primi laptop? E, qualcun altro, ha per caso rimembranze di cosa si dicesse delle loro dimensioni e prestazioni (specie riguardo alle batterie)? Ecco, l’auto elettrica sta attraversando la stessa fase: non gode di economie di scala – com’è naturale che sia a tre anni dal lancio della prima vettura elettrica moderna, la Leaf – ed offre facilmente il fianco alle critiche economiche. Ciò malgrado sia palese che le auto elettriche rappresentino una buona fetta del futuro: a prova di ciò stanno i provvedimenti normativi sulle infrastrutture intrapresi dagli Stati (anche in Europa) e gli investimenti delle Case automobilistiche, di solito poco propense a sprecare denaro.

Eppure, la prima volta che vi hanno messo in mano uno smartphone, avete intuito subito che si trattasse di un oggetto dalle enormi potenzialità (non solo ludiche): si lavorava meglio quando per mandare una mail dovevamo aspettare 10 minuti perché si avviasse il computer fisso e connettere il modem 56K oppure adesso che in tempo reale e con qualche tocco di polpastrello possiamo sbrigare tutto anche alla fermata del bus?

Oggi salire su un’auto elettrica equivale a vedere lo smartphone e rendersi conto che stiamo usando ancora le cabine del telefono: non vedo perché non evolversi. O, meglio, perché mistificare soffermandosi su dinamiche di mercato che riguardano qualsiasi nuova tecnologia decretandone immediatamente la non validità.

 

 

Andrea Lombardo

Fonte: Italians

 

5 COMMENTS

  1. C’è anche da dire che gli incentivi dello Stato si ripagano allo Stato!

    L’uso delle auto elettriche permette di usare corrente al posto della benzina/gasolio/gas ed anche se queste vengano usate nelle centrali elettriche il consumo di una sola auto tradizionale corrisponde ad 4 o 5 auto elettriche.
    Non comperare petrolio/gas significa non portare quei soldi in altri Stati e quindi impoverire lo Stato che compra.
    Non comperare petrolio significa usarne di meno e quindi fare meno smog che poi uno, Stato ma soprattutto, i cittadini lo paga anche con la salute. Il Petrolio/Gas utilizzato in una centrale elettrica per auto elettrica emette 1000 volte meno inquinamento (non solo CO2) dell’auto.
    Non usare il petrolio/gas sulle auto significa ridurre il consumo delle stesse e quindi abbassa il prezzo petrolio/gas per altri usi: Ricordatevene quando usate i fornelli…
    Ecc. ecc..
    Dunque le sovvenzioni SONO UN INVESTIMENTO dello Stato!

    Ciao

  2. Ottima risposta a tutti quegli scettici che non vedono nella mobilità elettrica un futuro migliore per tutti.
    Ancora un piccolo sforzo per abbassare il costo d’acquisto dei veicoli e aumentare di 100/150 chilometri (a parte Tesla) l’autonomia delle batterie e molti, come il sottoscritto, acquisteranno un veicolo a zero emissioni.
    La ciliegina sulla torta sarà sicuramente la ricarica wireless dove tutti apprezzeranno la comodità e i vantaggi, non solo economici, dei veicoli elettrici.

    IL FUTURO HA INIZIO….

    Cordiali saluti e complimenti per gli articoli sempre interessanti e aggiornati con puntualità.

  3. Ottime risposte!

    Sopratutto sono daccordo che è da sfatare l’allusione sia un mito: le auto elettriche esistono e si possono comprare anche senza avere 100.000 euro e senza vivere in california (la renault ma non solo ha democratizzato la cosa).

    Per chiudere il cerchio: si potrebbero avere i due link degli articoli ORIGINATORI della discussione?

    • Ciao Selidori, i due post (che, devo sottolineare per chiarezza, non ha scritto Severgnini ma sono stati inviati a lui da nostri connazionali all’estero) sono linkati nei grassetti del testo, nel primo paragrafo, laddove si dice dell’uno che “anticipi la “normalità” del futuro nella Silicon Valley” e dell’altro che confuti il “mito dell’auto elettrica”.
      In ogni caso il post commentato nell’articolo è riportato per intero, fatta eccezione per la firma dell’autore poichè ciò che mi interessava erano i concetti, non tanto chi li avesse (legittimamente) espressi: mi sono parsi tuttavia un buon esempio di quanto si sente dire riguardo all’elettrico e per questo validi spunti per un commento personale.

      Grazie del commento e grazie a tutti coloro che partecipano esprimendo la propria opinione.

      A.L.

  4. I prezzi di listino delle auto elettriche sono immotivatamente troppo alti. Un esempio è la Smart ED che costa batterie comprese 25.000 euro, cioè 13.000 euro in più della stessa vettura con stesso allestimento di accessori motorizzata a benzina. Mi chiedo, perchè questo divario quando la batteria viene venduta come ricambio a 4.000 euro? Inoltre la versione elettrica non ha motore endotermico più complesso e costoso rispetto ad un rotore elettrico, e non ha cambio e frizione. I prezzi ancora elevati dei veicoli elettrici servono a disincentivarne volutamente l’acquisto, infatti se tutti i veicoli venissero venduti con la possibilità di scegliere tra motorizzazione endotermica od elettrica ma allo stesso prezzo, tutti, nel giro di pochi mesi acquisterebbero solo vetture elettriche o almeno il 90 % degli automobilisti che percorre meno di 50 km al giorno.
    Io guido un ‘auto elettrica da tre anni e sono convinto sia l’unica motorizzazione possibile per un veicolo, risolve infatti tutti i limiti elle vetture a petrolio, ma se gli automobilisti resteranno insensibili all’inquinamento ormai insostenibile dei nostri centri abitati, continuando ad acquistare veicoli endotermici i prezzi delle auto elettriche non si abbasseranno mai.

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