Nell’ambito della giornata dedicata alla promozione delle fiere francesi della Mobilità e dei Trasporti organizzata dall’Agenzia Regionale di Sviluppo di Parigi Ile de France e da Promosalons, associazione dedicata alla promozione internazionale dei saloni professionali ed eventi francesi, abbiamo intervistato Sophie Castagné, Direttore della fiera francese Transports Publics ed abbiamo parlato con lei di mobilità a zero emissioni
Com’è nata l’idea di realizzare Transports Publics? Quali gli obiettivi ed a chi si rivolge la fiera?
Dal 2004, Transports Publics è l’appuntamento biennale europeo dei trasporti ferroviari e stradali, della mobilità dolce e delle filiere associate (spostamenti urbani, interurbani, regionali e nazionali). La fiera – che si terrà a Parigi dal 10 al 12 giugno – è nata da un’idea delle autorità responsabili dei trasporti e delle aziende di trasporto pubblico in Europa, che hanno deciso di condividere con altri le loro conoscenze, riguardo a materiali, tecniche e gestione. Il punto di partenza è stato quello di creare una fiera trasversale presentando tutta la filiera, dall’idea all’utilizzo, allo scopo di eliminare le disfunzioni e garantire al viaggiatore dei modi di trasporto sostenibile.
Guardando i numeri dei visitatori, le sembra che il mercato sia in crescita? Quali sono secondo lei le ragioni di questa evoluzione?
Dal 2004 i visitatori sono aumentati del 50%: questo significa che il mercato è in crescita anche se non in tutti i Paesi nello stesso modo. In Europa, in questo momento, il vero problema è rappresentato dalla mancanza di finanziamenti. La grande sfida del trasporto pubblico si gioca però in Cina, Brasile ed India: potenze geoeconomiche in cui la popolazione nei prossimi 30 anni raddoppierà i propri numeri. La domanda a questo punto è: come sviluppare modelli urbani sostenibili in vista di questa crescita demografica? Un quesito complicato, a cui la fiera cercherà di dare una risposta, organizzando una conferenza internazionale che riunirà i principali attori politici e strategici della mobilità mondiale. In questo contesto, il posto di onore spetterà a Curitiba, la città brasiliana all’avanguardia per la mobilità.
Capitale dello stato di Paranà, in Brasile, Curitiba è una metropoli ad alta quota che negli ultimi quarant’anni è passata da 300.000 abitanti ad oltre due milioni e mezzo. Lo stile di vita dei residenti appare però esclusivamente improntato verso l’ecosostenibilità. Dagli anni Settanta, il sindaco architetto Jaime Lerner, è intervenuto massicciamente sulla crescita incontrollabile della metropoli. Uno dei suoi primi interventi è stato quello di realizzare un sistema integrato di trasporti pubblici, che – usando dei corridoi preferenziali rispetto a quelli delle auto – permettono ai pendolari di arrivare praticamente ovunque in tempi rapidissimi. Il trasporto pubblico è inoltre integrato a oltre 200 km di piste ciclabili, isolate dal traffico e collegate con le vie principali. A Curitiba, infine, sono nate anche le prime isole pedonali del mondo. Queste sono solo alcune delle ragioni che hanno portato all’assegnazione a Curitiba del prestigioso premio Globe Sustainable City Award.
Quali soluzioni hanno destato maggiore interesse da parte del pubblico? Quali saranno secondo lei gli sviluppi di questo settore?
In questo momento, la fiera sta spingendo due mezzi di trasporto non inquinanti: il treno e la bicicletta. Il treno in particolare – oltre a non inquinare – ha la capacità di movimentare molti viaggiatori e di operare sulle grandi distanze. Bisogna ridare priorità a chi si sposta in modo sostenibile. L’origine maggiore di inquinamento deriva infatti dal trasporto su strada, che è anche causa di impoverimento delle risorse e traffico caotico.
Come risolvere il problema dell’inquinamento su strada?
Per risolvere questo problema ci sono i motori ibridi ed elettrici. Il rinnovamento del parco auto in questo caso richiede però molto tempo e i veri benefici si potranno vedere solo tra qualche anno.
Cosa possono fare gli enti pubblici per incrementare la mobilità sostenibile?
Gli enti pubblici locali devono usare il buon senso, riorganizzando l’assetto urbanistico della città. Non devono pensare solo alle attrezzature, ma devono analizzare l’intera politica dei trasporti. L’obiettivo è incrementare l’uso dei mezzi pubblici, eliminando traffico e congestione. Il trasporto influenza significativamente l’economia, la salute, la sicurezza e l’ambiente. Una città dove ci sono troppe auto crea problemi su diversi livelli. Se gli enti pubblici riescono a ragionare in maniera più ampia, migliorano anche gli standard di vita delle persone. Ripeto, non bisogna cambiare il percorso di un tram, ma ripensare all’intera rete dei trasporti cittadini.
Parliamo di mobilità elettrica e trasporto pubblico: diverse aziende stanno sviluppando autobus elettrici innovativi. La loro adozione in diverse città europee si può considerare, a suo giudizio, una significativa linea di tendenza?
Negli ultimi due anni l’inclinazione era verso l’autobus ibrido. La tendenza odierna sono gli autobus elettrici. Nel futuro non si sa. Il mercato può ancora evolvere ma non sappiamo in quale direzione. Una possibile via potrebbe essere quella delle fuel cells che consentono di ricaricare la batteria dell’autobus in meno tempo rispetto a quello necessario attualmente.
Quali sono secondo lei i prossimi passi, che potranno consentire un futuro di successo alla mobilità elettrica?
In Francia, gli enti pubblici mettono a disposizione dei veicoli elettrici a tutti i dipendenti (giardinieri…). Si tratta di una buona soluzione che va però integrata ad un trasporto pubblico efficiente.
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Il salone in cifre
30 000 mq di superficie espositiva
10 000 operatori del settore partecipano all’evento
250 espositori internazionali
250 giornalisti europei
50 paesi rappresentati
3 giorni di salone
Decine di dibattiti e workshop tecnici su tematiche di attualità