Tesla Motors quotata 20 miliardi di dollari: può davvero valere più di FIAT e quasi la metà di GM?

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Credit: Bloomberg
Credit: Bloomberg

La crescita del valore di mercato del Marchio Tesla Motors è stata fin qui esponenziale: la scorsa settimana ha raggiunto e superato i 20 miliardi di dollari americani, vedendosi valutata – per quello che è l’attuale prezzo delle sue azioni – 260 volte quelli che erano stati stimati come i suoi guadagni dell’intero 2013.

La crescita sconvolgente di un’azienda che vende esclusivamente un’auto a zero emissioni negli States e da meno di un mese in Europa si evidenzia nel confronto con gli altri nomi dell’industria automobilistica: che valgono meno di lei, secondo la grafica redatta da Bloomberg Business Week, ci sono, nell’ordine, Suzuki, Mazda, Isuzu, Fiat e Mitsubishi. Non soltanto: i 20 miliardi di dollari di Tesla equivalgono al 42% del valore del colosso General Motors (47.7 miliardi di $) ed al 31% di Ford (65 miliardi di $), superate anche per quel che riguarda i propri guadagni stimati nell’arco dell’anno (di ben 10 volte rispetto alle previsioni di GM, 11 rispetto a quelle Ford).

Sembra incredibile e lo stesso Elon Musk, CEO di Tesla Motors, afferma che la valutazione dell’azienda deve dire grazie alla fiducia che tutto l’ambiente le sta tributando e sui progressi che tutti si aspettano da Tesla ma che, onestamente, la valutazione attuale è molto al di sopra di quanto l’azienda meriti.

Insomma, anche Musk preferisce volare basso, almeno a parole, sebbene il fenomeno resti un’esplosione sotto gli occhi di tutti, in particolar modo degli osservatori del settore automobilistico e degli investitori finanziari.

Ma come fa Tesla a valere più di aziende che sono anche 100 volte più grandi di lei?

Le ragioni possono essere riassunte sotto tre principali: innanzitutto l’aver davvero ideato un ottimo prodotto, l’aver conseguito una serie di risultati tangibili (accompagnati ed enfatizzati da un sapiente marketing) e l’aver accentrato gli interessi di parte degli Stati Uniti stessi nel successo di questa start up.

La Tesla Model S è un’auto che ha saputo conquistare il gusto degli Americani dimostrandosi affidabile e prestante su strada: è stata più volte oggetto di Tesla Model S Performanceattacchi da parte di organi di stampa autorevoli ma ha anche sempre saputo rimandare al mittente le critiche con positivo ritorno di immagine.

Magazine molto seguiti come Consumer Reports e Motor Trend l’hanno eletta miglior auto dell’anno o le hanno attribuito punteggi pressoché perfetti portandola alla ribalta di un pubblico affezionato al rombo dei motori termici.

Inoltre, come ricordato in un articolo di CleanTechnica, Tesla Motors si è nel corso del tempo dimostrata capace di tenere testa alla richiesta crescente potenziando la propria produttività, cosa che spesso mette in crisi le start up, è riuscita a trarre profitti dal primo quarto del 2013 e a riconfermarsi nel secondo, a ripagare il prestito avuto nel 2009 dal Dipartimento dell’Energia con addirittura 9 anni di anticipo e, in virtù delle ottime vendite, ha annunciato l’espansione del Supercharger Network.

Ha inoltre lanciato anche la sostituzione delle batterie in soli 90 secondi come alternativa alla ricarica ed annunciato piani per produrre nuovi modelli sempre più accessibili, sino ad una Tesla che costerà la metà della Model S e destinata al mercato di massa.

Nel frattempo, nel mercato reale, la Model S ha conquistato quasi il 10% della quota complessiva del segmento di lusso, battendo le vendite di BMW, Mercedes e Infiniti, uscendo così dal limitante recinto delle auto elettriche e guardando direttamente negli occhi i modelli endotermici leader del settore negli USA.

Ultimi traguardi: l’apertura di uno stabilimento di assemblaggio in Europa e la valutazione massima nei crash test americani; tutta questa serie di risultati è stata, nell’arco di circa un anno, supportata da annunci e dichiarazioni che hanno fortemente contribuito a “pompare” l’immagine di Tesla, dando il via alla sua fortuna in Borsa.

Non da ultimo, vale la pena anche di considerare la situazione dei Marchi che Tesla si è in questo momento messa alle spalle.

Il nome di Fiat nella lista è il più impressionante per noi Italiani, sempre scettici ma comunque consci che il costruttore di casa nostra venda globalmente 2 milioni di veicoli l’anno cui va sommato il milione e mezzo abbondante della controllata Chrysler. Tesla, tanto per capirci, arriva a malapena all’un per cento delle vendite del colosso torinese, eppure in questo momento vale di più.

Di Mazda e Mitsubishi si può dire che negli USA non godano di pienissima fiducia: la prima rimane sotto i volumi standard di produzione globale malgrado il successo di alcuni suoi modelli e da alcuni anni non gode più del partenariato con Ford – che le copriva le spalle – mentre la seconda non riesce a conquistare quote di mercato rilevanti.

Suzuki e Isuzu, la quale vende principalmente camion, hanno invece abbandonato il mercato statunitense, per cui è giocoforza che Tesla possa sopravanzarle.

Appare chiaro quindi che nel confronto con i veri giganti dell’industria automobilistica Tesla si riveli per quel che è, ossia una start up dagli ottimi numeri ma imparagonabili a quelli di Toyota, GM o Ford.

Ha però dalla sua l’agilità propria di chi non ha una struttura ciclopica da mantenere e l’innovatività del suo prodotto, per altro apprezzato dai clienti. Lo sbarco in Europa, ambiente diverso dagli States, potrebbe essere per Tesla un buon banco di prova: rafforzerà la sua crescita o si ridimensionerà?

 

 

Andrea Lombardo

Fonte: GreenCarReports, CleanTechnica

 

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    3 COMMENTS

    1. Premesso che non ho ben capito le analisi economiche (ma perchè mi mancano appunto basi economiche), il grafico riporta nomi (come Renault) di cui non si fa cenno all’articolo (e viceversa: si cita Ford o Toyota che non sono in foto).
      Si potrebbe dunque avere una grafica per tutti i marchi paragonati?

      • Ciao Selidori, nell’articolo si propone un’inquadramento generale dei marchi che sono valutati meno di Tesla sul mercato statunitense per capire meglio come mai siano stati scavalcati da un’azienda che è comunque molto più piccola di loro per numero di veicoli prodotti, mentre Ford, GM e Toyota, sulla base delle fonti usate per l’articolo, sono proposte come termine di paragone dato che Tesla negli USA è vista come aspirante competitrice di queste società.
        Inoltre gli autori dei testi originali spesso fanno appello a GM, Ford e Toyota in quanto rappresentano l’industria di casa loro (le prime due) e, tutt’e tre, i principali colossi automobilistici a livello mondiale, termine quindi per dare le dimensioni assolute di quali siano le proporzioni delle grosse industrie dell’automobile.

        La grafica è stata elaborata da Bloomberg, anch’essa testata statunitense. Al momento non dispongo di altri dati per tutte le Case automobilistiche citate, sebbene una ricerca ad hoc dovrebbe portare a trovare tutte le informazioni relative. Io non le ho cercate in quanto non funzionali nell’articolo, dal mio punto di vista.

    2. Oltre i numeri bisogna vedere la qualità del prodotto: Sono la Fiat e altri marchi che sono sovradimensionati in questo caso!

      Ciao

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