Un’altra mossa sullo scacchiere europeo per Tesla Motors e le sue berline elettriche di lusso: si tratta dello sbarco in Gran Bretagna, Paese che fra i primi nel continente ha cercato di sospingere l’adozione dei veicoli elettrici.
Dovrebbe trattarsi quindi di un mercato favorevole alla Model S, ammiraglia a emissioni zero di Tesla Motors, ma sin’ora il terreno inglese si è rivelato più che accidentato per la mobilità elettrica: malgrado i milioni di sterline investiti nell’ultimo anno sia per incentivare i privati ad installare colonnine di ricarica che ad acquistare EV, il mercato è stato avaro di risultati.
La Tesla Model S, presentata poche settimane fa durante l’inaugurazione hollywoodiana del primo Tesla Store a Londra, dovrebbe godere di una buona percezione fra quegli Inglesi che potranno permettersela, sebbene le tasse locali ed i costi di importazione sull’isola ne penalizzino il portafogli: la Model S con batteria da 60 kWh costerà 54,900 sterline (66,900 euro, abbassabili a £49,900 – 60,379 euro – con il contributo statale), una differenza di circa 20,000 dollari (15,000 euro abbondanti) rispetto al prezzo di base negli Stati Uniti. Lo stesso dicasi per la versione Performance con batterie da 85 kWh, da listino britannico a 57,300 euro.
Tuttavia chi è intenzionato a godersi uno di questi bolidi probabilmente non si scandalizzerà per la differenza: Musk, CEO di Tesla Motors gode di una certa notorietà anche in Gran Bretagna e la sua politica di vendere i modelli direttamente ai clienti on line, come fa Apple tramite l’Apple Store, riscuote più simpatie che in certi Stati americani come il Texas, nettamente schierati su posizioni anti-Tesla.
Elon Musk non riscuote però solo simpatie tra l’opinione pubblica, anzi: probabilmente è tenuto in maggior conto proprio dalle autorità inglesi, visto che Nick Clegg, il Deputy Prime Minister inglese lo ha nominato consulente per la promozione dei veicoli elettrici nel Paese.
Per Tesla si tratta di un vero e proprio assist, mentre per il governo britannico il tentativo di costruire una rete di interessi incrollabili che facciano decollare la mobilità elettrica nella quale tanto ha investito ed ancora investirà.
Oltre 476 milioni di euro erano stati pianificati per supportare la ricerca tecnologica sui veicoli elettrici e l’espansione delle reti di ricarica nel quinquennio 2010-2015: dati i risultati non congrui alle aspettative, già quest’estate il ministro dei trasporti aveva annunciato che si sarebbe dovuto cambiare rotta.
Musk potrebbe essere l’asso nella manica (scusate il gioco di parole) dei politici Inglesi, ansiosi di raccogliere qualche frutto delle svariate iniziative locali e industriali avviate.
Andrea Lombardo
Fonti: Environmental Leader