Toyota lancia la sfida sull’idrogeno: anche l’Europa vedrà “numeri ragionevoli” di fuel cell vehicles

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Toyota FCV-R - photo credit: Thomas Hawk via photopin cc
Toyota FCV-R - photo credit: Thomas Hawk via photopin cc
Toyota FCV-R – photo credit: Thomas Hawk via photopin cc

L’idrogeno come l’ibrido più di dieci anni fa: Toyota ne è convinta e sono i suoi vertici europei a lanciare la volata. O, per meglio dire, a spiegare che la Casa automobilistica giapponese è pronta a guidare una nuova rivoluzione nei trasporti.

Toyota lancerà infatti l’anno prossimo la prima vettura “familiare” con motore elettrico e fuel cells ad idrogeno per l’alimentazione: il meglio della mobilità elettrica, ossia una trazione fluida, potente e senza combustione, unita ad un’autonomia che si colloca ai vertici degli standard delle auto tradizionali.

Il tutto con solo vapore acqueo come emissione di scarto: così presentata la mobilità elettrica a fuel cell ad idrogeno sembrerebbe la strada da intraprendere senza alcuna remora. Tuttavia, cosa che Toyota non ignora, vi sono difficoltà notevoli da superare non tanto dal punto di vista della sicurezza (lo stoccaggio ed il trasporto dell’idrogeno in pressione non è più pericoloso delle analoghe operazioni con la benzina), quanto da quello infrastrutturale.

Costruire reti di rifornimento per l’idrogeno costa e coinvolge la politica delle varie nazioni ad un livello fortemente intrecciato con gli interessi industriali specifici, ponendo così una serie di ostacoli non indifferenti, specie se si pensa a quanto è rallentata la mobilità elettrica, pur affrontando problemi decisamente inferiori.

Karl Schlicht, executive vice president di Toyota Motor Europe è però convinto che la forza del cambiamento non si esaurirà di fronte ai problemi contingenti alle singole aree: “C’è chiaramente una lunga strada da percorrere, come per ogni tecnologia rivoluzionaria, ma era la stessa condizione da cui partì l’ibrido appena 10 anni fa”.

A fargli eco, in una comunicazione ufficiale, è il presidente di Toyota motor Europe, Didier Leroy, che definisce l’auto a idrogeno “un grande ma logico passo avanti”. Il capo dei capi del brand giapponese in Europa non trascura che vi saranno delle inevitabili difficoltà e che per l’affermazione di questa tecnologia sul mercato occorrerà tempo ma specifica anche che Toyota inizierà immettendo in commercio un “numero ragionevole di auto”.

I volumi saranno limitati ma visibili nelle strade”, prosegue Leroy.

La FCV-R, questo il nome con cui Toyota ha portato negli autosaloni di tutto il mondo la sua versione dell’auto a idrogeno per tutti, sarà in grado di offrire almeno 500 km di autonomia con un pieno di H2 e sarà offerta sicuramente sui mercati di quegli Stati più rivolti verso il cambiamento delle politiche energetiche, primi fra tutti Giappone e California.

Toyota crede fermamente nei vantaggi dell’idrogeno e vuole chiaramente porsi come leader, in antitesi con le politiche di altri gruppi automobilistici come Nissan-Renault e in concorrenza con Hyundai e Honda, di una mobilità pulita del futuro: più volte, in passato, i rappresentanti del marchio nipponico hanno infatti scaricato l’idea che le auto elettriche a batterie siano la vera risposta al problema dell’inquinamento, rivolgendosi senza esitazione all’idrogeno ed insistendo sull’ibrido come transizione.

Da un punto di vista esterno, la nascita di un’alternativa tangibile alle auto elettriche non può che fare bene alla mobilità sostenibile, spronata a divenire sempre più competitiva: l’unico appunto che si può fare ad entrambe le forme di trasporto (elettrico e a fuel cells) riguarda i metodi di produzione dell’energia (elettricità in un caso, idrogeno da cui ottenere elettricità nel secondo), vero campo sul quale la sostenibilità deve fare passi da gigante.

 

 

Andrea Lombardo

Fonte: AutoblogGreen

 

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