Nei primi giorni di Dicembre l’Unione Europea dovrebbe ratificare definitivamente la richiesta alle Case automobilistiche di limitare la silenziosità delle auto elettriche, allineandosi così ai più avanzati discorsi già intrapresi negli Stati Uniti.
Laddove incontrare un EV non è avvenimento raro come da noi, il problema era già sorto: ciclisti, pedoni distratti ma soprattutto non vedenti possono facilmente non avvedersi del sopraggiungere di un’auto elettrica a bassa velocità.
Pertanto nei mesi scorsi l’Unione Europea aveva proposto, assieme ai limiti massimi di rumorosità per i veicoli convenzionali (addolciti dall’iniziale proposta di 55 decibel all’attuale di 68), ora di 74 decibel, soglia ritenuta ampiamente sufficiente per influire negativamente sulla salute, di introdurre l’obbligo di emettere un rumore minimo che renda le auto elettriche ed ibride sempre udibili.
Definita facilmente paradossale, la richiesta è in realtà giusta, specialmente per chi non può nemmeno fare affidamento sulla vista: negli USA, dove le associazioni in difesa degli ipovedenti si sono mosse da molto più tempo, l’avanzamento di questi standard è nettamente superiore.
Occorre però precisare che tali limiti non vanificano uno dei benefici della mobilità elettrica, vale a dire la minor rumorosità rispetto alle vetture tradizionali: quanto deve essere definito dalla UE è semplicemente la soglia obbligatoria di decibel che, per la sicurezza di tutti, un veicolo elettrico deve emettere circolando al di sotto dei 35-30 km/h.
Al di sopra di queste velocità l’attrito con l’aria, il rotolamento degli pneumatici ed il motore compongono un suono largamente udibile (proporzionale alla velocità) sebbene molto inferiore a quello delle auto convenzionali.
Al di sotto, gli EV sono teoricamente silenziosi: in pratica dipende dal tipo di motore, dal terreno e da vari altri parametri ma è innegabile che, specie in un rumore di fondo diffuso nelle nostre città, divengano pressoché inudibili.
Quasi tutte le Case automobilistiche hanno però già da tempo allo studio diverse tipologie di suoni da far diffondere tramite speaker alle vetture elettriche quando viaggiano sotto alle soglie di sicurezza, con l’impiego di professionisti del settore quali sound engineer e compositori.
Negli Stati Uniti un’agenzia governativa per la sicurezza stradale ha messo a disposizione anche una selezione di suoni allo studio: ne parlammo in questo precedente articolo.
Potete ascoltarli, se volete farvi un’idea: non aspettatevi qualcosa di musicale ma nemmeno un “rumore” paragonabile a quello di un odierno motore benzina o diesel.
Andrea Lombardo
Fonte: La Stampa