Unione Europea e auto elettrica: politica condivisa entro l’anno

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Commissione Europea
Commissione Europea - photo credit: David Locke via photopin cc
Commissione Europea
Commissione Europea – photo credit: David Locke via photopin cc

L’Unione Europea deciderà entro il 2014 e a quel punto anche nel Vecchio Continente non si potrà più scherzare sull’auto elettrica e sugli altri carburanti alternativi.

I trasporti “puliti” non sono una chimera e la Commissione Europea ha tutta l’intenzione di imprimere una svolta alle politiche dei singoli Stati membri o, verrebbe da dire per alcune realtà, obbligarli a costruirsene una.

Olivier Onidi, direttore per la mobilità sostenibile ed innovativa della Commissione Europea, ha fornito nuovi spunti in merito durante un’intervista rilasciata a Zachary Shahan di CleanTechnica durante l’EVS27, il simposio internazionale sui veicoli elettrici tenutosi a Novembre 2013 a Barcellona.

Nel colloquio, in inglese, Onidi ha toccato rapidamente tutti i punti fondamentali che la politica comunitaria e nazionale deve affrontare per spingere la crescita degli EV: fondamentale è che ogni Stato membro approvi un framework di base che includa un piano serio di sviluppo delle infrastrutture di rifornimento per carburanti alternativi e ricarica per veicoli elettrici.

Perché ciò accada nell’arco del 2014 è programmata l’approvazione di una legislazione comunitaria: il testo è già nero su bianco da un anno, adesso tocca alla Commissione ratificarlo definitivamente.

Sulla base di esso dovranno coordinarsi le singole politiche sui trasporti sostenibili delle nazioni europee, che non potranno più sottrarsi all’obbligo di costruire una reale alternativa per chi vuole scegliere fra auto tradizionale e auto elettrica.

Ciò passa attraverso l’approvazione e costruzione di programmi nazionali per l’infrastruttura di ricarica ed il rifornimento di carburanti alternativi, con particolare attenzione per una dislocazione strategica sul territorio presso centri commerciali e distributori di benzina.

La vera opzione che l’Unione Europea vuole sia concretizzata nelle realtà locali è la possibilità di andare oltre i limiti urbani con gli EV: secondo Oliver Onidi questa è già la vera differenza che esiste rispetto agli anni passati in alcune aree.

Se però è ancora fumosa l’idea che ogni Paese si stia rivolgendo alla promozione dei veicoli elettrici, secondo il direttore delle politiche sui trasporti sostenibili comunitarie, alcuni Stati membri sono più avanti degli altri.

Chi è al primo posto? A sorpresa (nemmeno troppa per chi ci segue da un po’) troviamo la repubblica baltica dell’Estonia, effettivamente la prima ad aver installato una rete di ricarica rapida multistandard con copertura nazionale. Il secondo Paese più progredito in termini di ricarica elettrica è la Norvegia, europea sebbene al di fuori dei confini economici dell’Unione.

Onidi cita poi quegli Stati che sono sulla buona strada: Gran Bretagna, Germania, Francia e, con un po’ di ottimismo, anche certe regioni della Spagna. Naturalmente l’Italia è fuori dall’elenco ma non certo per dimenticanza del direttore.

In Italia, forse, cambierà qualcosa quando la politica potrà concentrarsi sui vari progetti per lo sviluppo del Paese, fermi oramai ab illo tempore. Uno spiraglio potrebbero offrirlo il Piano Nazionale per la Ricarica già approvato e l’Expo 2015: chissà che con un colpo di reni alla Buffon anche il vecchio stivale non sappia rimettersi in carreggiata.

 

 

Andrea Lombardo

Fonte: CleanTechnica

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