Che la prossima BMW i3 possa avere qualcosa in comune con il Visio.M EV concept mostrato dalla Technische Universität München (TUM) è un pensiero azzardato ma nemmeno troppo.
Il progetto di ricerca portato avanti dal politecnico tedesco, in collaborazione appunto con BMW, Daimler, Siemens, Texas Instruments, TÜV SÜD e diverse istituzioni federali tedesche oltre che svariati altri partner privati, è così approdato ad una nuova svolta con la presentazione di un concept che fa delle resine il suo punto di forza.
Protagonista nella costruzione della vettura, pensata per l’omologazione come quadriciclo, è un materiale plastico, il Lexan: prodotto da Sabic, questo policarbonato offre una versatile sfera d’utilizzo che ha permesso di ridurre notevolmente i pesi a bordo.
Il nuovo Visio.M concept – il primo risale al 2012 – pesa infatti appena 450 kg (al netto della batteria) ed una parte del suo “dimagrimento” è dovuto all’utilizzo della speciale resina in sostituzione di tutte le superfici vetrate.
Con una resistenza 100 volte superiore rispetto al vetro impiegato nelle auto, il Lexan si è fato nettamente preferire nella progettazione della vettura, facendole risparmiare 13 kg di zavorra immediatamente traducibili in 2 km di autonomia in più per il veicolo a piena carica.
Indirettamente, però, la resina plastica induce un guadagno di altri 15 km di autonomia rendendo meno necessario lo spreco di energia per la climatizzazione dell’abitacolo: un’altra proprietà del Lexan è infatti il maggior isolamento termico, sempre rispetto ai vetri tradizionali.
Globalmente, l’alleggerimento della parte alta dell’abitacolo migliora anche la stabilità del mezzo, abbassandone il baricentro.
Il progetto Visionary Mobility portato avanti dalla TUM ha non a caso l’obiettivo di trovare soluzioni tecnologiche e nuovi approcci alla progettazione che rendano gli electric vehicles sempre più efficienti.
Nel caso di quest’ultimo prototipo, che naturalmente beneficia anche di un’aerodinamica studiata ad hoc, il ricorso del policarbonato al posto di tutti i cristalli presenti sulla vettura apre le porte a possibili modifiche della legislazione europea, che attualmente non ne consente l’utilizzo per i parabrezza.
La vantaggiosità delle soluzioni studiate, qualora sia destinata ad avere seguito nelle produzioni di serie dell’industria automobilistica, normalmente basta ad innescare il processo di considerazione normativo.
Proprio BMW ha fatto tesoro delle sperimentazioni sulla fibra di carbonio, portando sul mercato una citycar, la i3 elettrica, che trare vantaggio proprio dalla riduzione di peso (in cambio di eccezionale resistenza) offerta dal materiale plastico.
Andrea Lombardo
Fonte: TUM