Associare l’immagine di un trattore industriale, concepito per il traino e il trasporto di carichi pesanti, alla trazione elettrica, pulita e rispettosa dell’ambiente, apre nuove frontiere al suo utilizzo non solo in ambito logistico ma anche stradale
Da quattro anni il Gruppo Marcegaglia utilizza per le proprie attività logistiche in ambito siderurgico, in luogo dei tradizionali veicoli ad alimentazione diesel, trattori “full electric” per il traino di semi-rimorchi e la gestione dei carichi. Li produce Costa & Zaninelli, azienda mantovana con alle spalle una trentennale esperienza nel campo delle macchine per la movimentazione in ambiente logistico.
La loro progettazione prevede l’utilizzo di telai di camion esistenti a cui viene tolta la meccanica per far posto ai componenti che rendono i nuovi veicoli completamente elettrici con l’unica eccezione di un riscaldatore ausiliario alimentato a gasolio per scaldare l’abitacolo.
Lo Store di Electrocity a Milano ci ha dato la possibilità di vedere da vicino il modello ET440, macchina non targata ma certificata a norma di legge per poter lavorare in fabbrica.
Telaio e meccanica
Il veicolo è allestito su un telaio stradale standard opportunamente rinforzato e mantiene invariati gli assi anteriore e posteriore, la cabina e l’estetica esterna della macchina di partenza, oltre alle caratteristiche dimensionali quali passo, distanza tra la ralla e la cabina e gli spazi di manovra in genere. Anche l’impianto frenante, lo sterzo e le sospensioni sono standard seppur collaudati per sopportare le nuove sollecitazioni attese.
Quando il mezzo viene messo in moto, l’unico rumore che si percepisce è quello del compressore dell’aria fino alla messa in pressione dell’impianto pneumatico di funzionamento dei freni e della sospensione posteriore. Successivamente si sentono girare solo le ventole sempre attive per il raffreddamento dell’impiantistica elettronica e quelle che intervengono al raggiungimento di determinate temperature.
La cabina è a prova di comfort, completa nelle dotazioni e presenta un cruscotto che consente di tenere sotto controllo il funzionamento degli strumenti elettrici e di programmare alcuni importanti parametri quali accelerazione, recupero energetico, velocità massima, giri del motore, ecc.
L’Electric Truck ET 440, come la maggior parte delle macchine elettriche, permette una alta personalizzazione agendo sulla sensibilità dei comandi di guida, sulla gradualità del freno al rilascio dell’acceleratore, la regolazione del servosterzo e su tantissimi altri parametri, creando e mantenendo dei profili utenti per diversi guidatori o stili di guida.
Propulsore
Il gruppo propulsore di trazione è formato da un motore asincrono trifase a corrente alternata controllato da inverter e un riduttore, montato con un corto albero di trasmissione che porta la potenza sul differenziale. È molto più compatto e leggero rispetto al motore a combustione interna e consente il recupero di ingombri e pesi.
Gli impianti ausiliari costituiti da gruppo compressore dell’aria e pompa idraulica ad alta pressione, specifica per il servosterzo e altri utilizzi aggiuntivi, sono anch’essi azionati da motori AC con elettroniche dedicate poste in armadi coibentati per il caldo e muniti di impianto di ventilazione.
Batterie
Le batterie utilizzate sono al piombo acido “waterless” ad alta capacità con ridotta manutenzione limitata al rabbocco dell’acqua distillata che avviene in modo automatico grazie a un serbatoio montato in cabina. Gli operatori devono solo premere un tasto per aprire una elettrovalvola che reintegra il liquido consumato.
Gli accumulatori occupano il posto del motore endotermico e altri due blocchi di cui si percepisce la sagoma lungo il semirimorchio. Grazie al sovradimensionamento delle batterie l’autonomia ottenuta consente un impiego senza ricarica per 10 ore, superiore al singolo turno di lavoro. Le future versioni stradali saranno equipaggiate con batterie al Litio Ferro Fosfato disposte tutte sotto la cabina garantendo, a parità di capacità, un notevole recupero di spazi e un peso più di circa la metà.
A bordo è installato anche il caricabatterie per la ricarica da una qualsiasi presa 380V a 32A. Realizzato dalla Hawker è del tipo ad alta frequenza controllato da microprocessore e analizza costantemente lo stato della batteria per applicare la curva di ricarica più appropriata evitando surriscaldamenti, a tutto vantaggio del ciclo di vita e ottimizzando il consumo energetico. Per le batterie al litio invece è previsto un sistema di bilanciamento attivo delle celle con la presenza di un circuito su ognuna per portarle tutte allo stesso stato di carica.