Volkswagen XL1 quattro posti: pazza idea?

2409

Der neue Volkswagen XL1Dopo aver a lungo presentato ed infine messo in produzione la XL1, Volkswagen starebbe pensando per la sua ibrida plug-in una seconda versione a quattro porte.

Nata come show case dell’avanguardia tecnologica raggiunta dagli ingegneri tedeschi, la Volkswagen XL1 vanta un peso oltremodo contenuto (795 kg) ed una propulsione potente ma economica e poco inquinante grazie all’ibridazione elettrica: non a caso, la missione di questo modello è percorrere 100 km con un solo litro di carburante.

Chiave di questa efficienza estrema sono leggerezza ed aerodinamicità, elementi che dovranno venire in forte aiuto anche della versione 4 porte: molte le modifiche che la struttura dell’auto dovrà subire per mantenere la sua efficienza malgrado l’aggiunta di due posti a sedere e due portiere.

Gli ingegneri tedeschi sono fiduciosi che ritoccando la potenza dei motori, endotermico ed elettrico, ed allungando la carrozzeria mantenendola comunque bassa si possa conservare un rapporto vantaggioso in termini di consumi.

Tuttavia, qualunque sia il risultato, bisognerà attendere che le sue conquiste tecnologiche siano riciclate in ambito commercialmente accessibile per trarne tutti un vantaggio: se la XL1 è auto pressoché artigianale, assemblata negli impianti Porsche e prodotta in numero limitato ad un prezzo da collezionisti, la sua evoluzione “familiare” non sarà da meno.

Volkswagen sta probabilmente sperimentando nuove soluzioni (anche in collaborazione con altri Marchi, quale Ducati) per alimentare una nuova generazione di veicoli da produrre in serie e per tenere testa alle nuove offerte che arriveranno dal Giappone, come le Toyota Mirai ed Honda FCV ad idrogeno.

Nel frattempo, nel giro di un anno il Gruppo di Volfsburg ha rilasciato versioni 100% elettriche della citycar Up! e della Golf, disponibile anche con motore ibrido plug-in, mentre sia Porsche che Audi hanno iniziato a rivolgersi insistentemente all’alternativa elettrica.

 

 

Andrea Lombardo

Fonte: Autocar