“Water taxi” a motore ibrido

di Giuliano Luzzatto
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Seatech 30’ hybrid limousine sarà esposta ad Amsterdam dal 23 al 25 giugno in occasione di “Electric&Hybrid Marine World Expo 2015”
Seatech 30’ hybrid limousine sarà esposta ad Amsterdam dal 23 al 25 giugno in occasione di “Electric&Hybrid Marine World Expo 2015”

La propulsione ibrida, con motore endotermico per garantire autonomia e motore elettrico per limitare ogni forma d’inquinamento, anche acustico, dopo la rapida espansione nel settore automotive sta iniziando a prendere piede anche in quello marino, partendo dagli ambiti professionali per affacciarsi sul mercato del diporto nautico.

Per toccare con mano, siamo andati a “NavigaMI”, salone dedicato alla piccola nautica allestito a Milano in zona Navigli, il quale ha beneficiato della concomitanza con Expo e della rinnovata Darsena leonardesca, dedicata all’approccio dei più giovani con le barche.

Lungo il Naviglio Pavese, era esposta un’imbarcazione meritevole di essere vista da vicino: Seatech 30’ hybrid limousine. La barca, in vetroresina, lunga nove metri, riprende il tema della lancia a motore per trasporto passeggeri, in pratica gli eleganti water taxi sui quali il pubblico ammira gli attori arrivare al Lido di Venezia in occasione della Mostra del Cinema. Proprio la città lagunare, piuttosto che i canali di Amsterdam o le aree turistiche lacustri, sono le aree privilegiate per questo mezzo, pensato per navigare agilmente e silenziosamente grazie al motore elettrico, potendo poi utilizzare il diesel in acque più libere e in caso di spostamenti più rapidi. Sulla base della stessa carena e motorizzazione è inoltre prevista una versione tender, ossia una barca di piccole dimensioni per sbarcare gli ospiti da yacht più grandi, in questo caso, date le dimensioni in gioco, si tratterebbe certamente di superyacht di almeno 40 metri. A livello preliminare inoltre, il cantiere sta studiando altre tipologie di barche da diporto a propulsione ibrida con lunghezze comprese tra i 7 e i 13 metri.

OLYMPUS DIGITAL CAMERAIl cuore ibrido

La barca è mossa da un motore Diesel FPT – S30 da 129 kW a 3500 giri ed equipaggiata con una unità ibrida prodotta da Transfluid che monta una macchina elettrica da 20 kW sulla trasmissione HTM700. Le prestazioni massime dichiarate sono di 20 nodi in modalità diesel e 8 nodi in modalità elettrica con autonomia di un’ora e mezzo garantita da batterie al litio con capacità di circa 10 kWh e tensione di 96 Vdc. Il produttore dell’unità propulsiva, Transfluid, è un’azienda esemplare di quel Made in Italy che sa proporre soluzioni altamente innovative ed affidabili. L’azienda, fondata nel 1957, è leader nel settore delle trasmissioni industriali, con una gamma amplissima di prodotti per le applicazioni più diverse. Sfruttando l’esperienza acquisita, Transfluid ha saputo partire dalla tecnologia esistente per muovere verso quella del futuro, necessariamente sempre più ecosostenibile. I moduli ibridi della serie HM, come quello montato su questa barca, sono quanto di più semplice si possa pensare: il modulo è studiato per essere accoppiato a qualsiasi motore endotermico che abbia una campana e un volano che segua lo standard SAE.  Il sistema ibrido Transfluid offre tre modalità di funzionamento controllate direttamente dalla plancia della barca: elettrica, tradizionale e booster. La propulsione elettrica è indicata nelle aree a bassa velocità o dove ci sia la richiesta di “zero emissioni” e silenzio; navigando con il tradizionale diesel endotermico il motore elettrico diventa invece un generatore che ricarica le batterie. La funzione booster prevede il supporto del motore elettrico a quello endotermico per ottenere potenza aggiuntiva e viene controllato da un’apposita centralina elettronica. Tutti i parametri sono tenuti sotto controllo attraverso il display a colori in plancia.

 La barca

Questa hybrid limousine, nata per navigare ecologicamente in acque interne e magari nei canali, potrebbe trovare nella Darsena di Milano e nel Naviglio il suo naturale campo di prova. Le sue caratteristiche specifiche, inclusa la possibilità di evolvere grazie a ben due bow thruster (eliche di manovra) a prua e poppa, lasciano presagire una grande facilità di manovra. Purtroppo il titolare del cantiere costruttore non ci ha concesso questa possibilità di muovere l’imbarcazione. Ci siamo dunque limitati a una presa di contatto con breve visita a bordo. L’estetica generale, pur non innovativa, sa unire elementi tradizionali con altri più moderni. Particolarmente interessante è il padiglione semitrasparente che copre le sedute dei passeggeri, offrendo riparo senza però impedire la vista esterna. All’estrema prua si trova la timoneria con la plancia da cui si controlla anche la modalità di utilizzo dell’unità propulsiva ibrida. A poppa, come da tradizione nelle lance per trasporto passeggeri, si trova una piccola area esterna con sedute laterali, per un massimo di quattro persone. I passeggeri di questo water taxi (il numero massimo è di dieci) possono essere imbarcati tanto dallo specchio di poppa che dall’accesso laterale, uno per murata, subito dietro al conducente. In entrambi i casi, le sedute al coperto sono raggiungibili in maniera comoda e immediata. Di più: il piano di calpestio è stato tenuto il più basso possibile per consentire il massimo comfort sotto al padiglione trasparente: non si può stare in posizione eretta ma non sono nemmeno necessarie acrobazie da sommergibilista.

La carena

Oltre al motore ibrido, la barca vanta, almeno sulla carta, una carena in grado di limitare il moto ondoso, con una ridotta resistenza idrodinamica che permette minori consumi a tutto vantaggio dell’economia d’esercizio e velocità in modalità a propulsione elettrica. Le linee d’acqua paiono molto simili a quelle di altri moderni progetti orientati al medesimo utilizzo: carena semiplanante con uscite piatte studiate per acque interne, caratterizzate da moto ondoso molto limitato. La V della prua serve più a fendere le scie di altre imbarcazioni che affrontare onde vere e proprie. La carena si allarga subito per offrire un basso pescaggio a tutto vantaggio della navigabilità in zone di bassifondi, quali possono essere le lagune. Tuttavia questa barca presenta una caratteristica particolare sotto la linea di galleggiamento: una sorta di chiglia che pesca 80 centimetri, nemmeno pochi visto il tipo di utilizzo, nella quale trovano però posto i due bow thruster  e il sistema ibrido di propulsione. Il baricentro risulta più basso a tutto vantaggio della stabilità, mentre il piano di calpestio può rimanere più basso. Non sappiamo però se la maggior superficie bagnata e più in generale l’idrodinamica dell’opera viva collegata a questa soluzione comporti resistenze o altre problematiche. Di fatto, non sappiamo se davvero il moto ondoso sia significativamente ridotto.

In conclusione, la Seatech 30’ hybrid limousine è una barca a propulsione ibrida per uso professionale piacevole a vedersi, con buone potenzialità di sviluppo nel diporto puro. Più in generale, l’intera gamma di soluzioni ibride proposte da Transfluid è di garantita affidabilità perché diverse installazioni sono già operative su imbarcazioni differenti per utilizzo e dimensione, dal trasporto passeggeri al peschereccio. I sistemi ibridi di Transfluid aprono inoltre nuove frontiere per la navigazione ecosostenibile, potendo essere installati anche su yacht a motore e vela tradizionali, grazie alla ridotta necessità di spazio aggiuntivo per installare la macchina elettrica e accoppiare la trasmissione.

 

DATI TECNICI
Seatech 30’ hybrid limousine
Lunghezza: 9 m
Larghezza: 2,35 m (baglio massimo)
Pescaggio: 80 cm
Peso: 2,8 ton (dislocamento)
Propulsione: ibrida Transfluid HTM 700
Motore elettrico: 20 kW
Motore endotermico: FTP diesel 129 kW/3500 g/m
Autonomia: 1,5 ore in modalità elettrica, 10 ore con diesel tradizionale
Velocità: 8 nodi in modalità elettrica, 20 nodi in modalità tradizionale