Autobus elettrici alimentati da fuel cells ad idrogeno: a che punto siamo? Per molti l’idrogeno è la vera soluzione per mandare in pensione i carburanti fossili, per i più accorti è un compromesso che non risparmia dall’inquinamento, per altri ancora è come cadere dalla padella alla brace: la tecnologia, incurante delle opinioni, tende a procedere sempre e, grazie ad una serie di progetti negli Stati Uniti ed in Europa, con ricadute già nella pratica quotidiana.
È il caso del National Fuel Cell Bus Program che la Federal Transit Administration statunitense ha messo in piedi con lo scopo di portare le flotte di autobus destinate al trasporto pubblico ad essere mosse dall’energia ricavata dall’idrogeno.
L’iniziativa è letta dalla stampa americana come l’ennesima dimostrazione del potere usato da Obama per far applicare in ognuno dei 50 Stati progetti mirati alle “energie del futuro“, espressione che potrebbe in parte rendere il concetto di Advanced Energy (ben diverso da quello di Clean Energy, energia pulita).
Prima realtà coinvolta è quella di Altoona, città della Pennsylvania, regione che si pone come sede naturale per i test sui trasporti a fuel cells per via della sviluppata politica in favore dell’estrazione di gas naturale, attuale fonte principale da cui viene ricavato l’idrogeno per le applicazioni automotive.
Osservando chi produce i bus si scoprono ramificazioni interessanti: la tecnologia propulsiva è fornita da Ballard Power Systems, nome che si ritrova in almeno altri due progetti pilota simili in Nord America ed Europa.
Assieme al produttore di autobus New Flyer Industries è genitore sia dei mezzi che circoleranno ad Altoona che della flotta di 20 pullman a fuel cells che hanno coperto 2.5 milioni di miglia dal 1991 all’inizio del 2014 in Canada.
Aberdeen, in Scozia, è invece teatro di una nuova sperimentazione che vede sempre Ballard collaborare con il produttore olandese Van Hool per un 18 metri elettrico spinto dalle celle a combustibile immesso in circolazione nei mesi scorsi.
Pulita o meno che sia l’attuale fonte di produzione dell’idrogeno, le fuel cells interessano eccome l’amministrazione statunitense: il National Fuel Cell Bus Program fu iniziativa, nel 2006, del governo Bush e, nel 2012, ha ricevuto un’iniezione di liquidità dal Department Of Transportation (DOT) pari a 13.1 milioni di dollari.
Parte dei fondi è servita a finanziare i progetti selezionati, diversi dei quali proposti dal consorzio CALSTART, al cui interno spicca il nome di General Motors: in tempi più recenti la Casa automobilistica ha stretto un accordo con Toyota per lo sviluppo dei powertrain ad idrogeno, mentre sua è la prima flotta di veicoli a fuel cells in uso all’esercito di stanza nelle Hawaii.
Il settore privato è poi coinvolto dal DOT, in particolare in merito al comparto degli autobus, all’interno del suo Center for Transportation and Environment.
Quella dei bus a fuel cells a idrogeno a stelle e strisce è quindi una storia che si intesse dal nord del continente americano sino all’Europa, dando una dimensione di come l’avanzamento di questa tecnologia sia inarrestabilmente in fieri.
Il vero capitolo da scrivere riguarda l’impatto ambientale che la produzione di idrogeno ha con gli attuali metodi legati all’estrazione del gas naturale e per via dell’alta energia necessaria per eseguirne la sintesi: anche in questo campo esistono nuove strade, doverosamente da percorrere.
Andrea Lombardo
Fonte: CleanTechnica