Una situazione normativa in continua evoluzione, la presenza di diversi standard disponibili per le stazioni di ricarica, sono alcuni degli elementi che non favoriscono la crescita e la diffusione delle reti di ricarica, essenziali per lo sviluppo del mercato delle auto elettriche. Con l’aiuto di ABB, uno dei maggiori player nel settore delle tecnologie per l’energia e l’automazione, facciamo il punto della situazione
“Sembra facile”, recitava un famoso slogan pubblicitario di alcuni anni fa ma che sembra ritrovare piena attualità per tutti coloro che, accingendosi a effettuare una ricarica di elettricità per la propria auto, scoprono che non tutte le stazioni di ricarica rapida in corrente continua che si possono incontrare sono in grado di ricaricare tutti i modelli di veicoli elettrici. Per essere più chiari è come se non tutte le pompe di carburante fossero compatibili con tutte le auto in circolazione, restringendo di fatto le possibilità di rifornimento.
La motivazione risiede nel fatto che attualmente sul mercato sono presenti due diversi standard di ricarica in corrente continua (DC) per le auto elettriche, CHAdeMO e Combo, ognuno dei quali compatibile solo con quelle marche e modelli che l’hanno promosso, sposandone la tecnologia.
Esistono poi stazioni di ricarica in corrente alternata (AC) accessibili a un numero molto più ampio di modelli, ma che richiedono tempi di ricarica decisamente più lunghi.
La soluzione per l’Europa è solo questa: stazioni veloci tristandard: DC Chademo, DC CCS Combo e Fast AC. Di questi il primo è di gran lunga più diffuso per via delle ottime vendite dei veicoli giapponesi nonostante i tentativi di bandire il Chademo. Unica eccezione stazioni dedicate a specifici veicoli, ad es. concessionari. Potrà non piacere ma non ci sono alternative. A sèil supercheger Tesla che è in sistema proprietario esclusivo di Tesla.