La città di Ferrara, in collaborazione con Enel, ha reso operative cinque nuove colonnine di ricarica per veicoli elettrici, portando a 9 il totale delle installazioni sul suolo comunale.
Prosegue dunque il completamento di quell’infrastruttura di rifornimento dedicata alle auto elettriche prevista nel progetto pilota sulla mobilità elettrica che coinvolge, fra i pochi in Europa, un’intera regione: undici Comuni – oltre a Ferrara si annoverano Bologna, Reggio Emilia, Rimini, Forlì, Piacenza, Cesena, Imola, Modena, Ravenna e Parma – stanno infatti portando avanti operazioni sui rispettivi territori, con il supporto tecnologico di Enel, Hera ed Iren.
I tre operatori energetici, essendo gli unici al momento in Italia ad agire sfruttando la medesima piattaforma tecnologica e gestionale, offrono dunque la possibilità in tutta l’Emilia Romagna di ricaricare il proprio veicolo elettrico utilizzando uno qualsiasi dei contratti stipulabili rispettivamente con Iren, Enel ed Hera: la stessa Regione ha in progetto di inserire l’abbonamento per la ricarica tra i servizi integrati della tessera regionale dei trasporti, ossia la stessa che fa fede per autobus urbani e ferrovie.
Già sotto diversi aspetti in posizione di pole position fra le Regioni dello stivale, l’Emilia Romagna potrebbe rappresentare un caso studio efficace per comprendere il futuro su scala nazionale degli impianti di ricarica per auto elettriche.
Nel resto d’Italia le installazioni sono affidate all’iniziativa dei singoli Comuni, senza un eguale coordinamento a livello regionale: qualora i differenti operatori delle colonnine (a volte coincidenti con i distributori di energia, come nel caso di Enel, Hera ed Iren e altre volte solo concessionari del servizio) trovassero un accordo per l’interoperabilità di tutte le reti di ricarica presenti sul suolo nazionale, il loro ampliarsi a macchia di leopardo porterebbe alla costituzione disordinata ma, se non altro, presente di un’infrastruttura di ricarica diffusa.
Mentre le 100 colonnine emiliane e romagnole rientrano in uno schema di accessibilità per tutti i clienti Enel, Hera ed Iren, altre realtà come quella lombarda – dove Enel convive con A2A ed altri progetti pilota (vedi Greenland Mobility) – richiedono registrazioni ad hoc per ogni rete di ricarica differente.
Alla base di ciò stanno sia il fiorire più o meno sovrapposto di iniziative pubbliche e private mirate ad installare reti di rifornimento per EV al fine di sondarne i migliori metodi di gestione, sia il sopravvenire di ragionamenti concorrenziali tra gestori energetici e distributori del servizio (discorso affrontato in un articolo della nostra rivista ad inizio anno).
L’apertura anche in Italia di un mercato delle auto elettriche più sostanzioso porterà il problema ad emergere e, senz’altro, a trovare una soluzione.
Già oggi sono chiari due aspetti, vale a dire che uno schema di fruizione delle colonnine di ricarica il più immediato e semplice possibile è di gran lunga preferibile ad una inutile e masochistica frammentazione del servizio sul territorio (considerando anche un’ottica più lungimirante per cui in un quinquennio le autonomie raddoppieranno e le vetture costeranno decisamente meno) e che non di sola ricarica lenta si può parlare.
La vera svolta è rappresentata dai sistemi di rifornimento rapido, che altri gli Paesi installano, a differenza, al momento, del nostro.
In ogni caso, non lamentiamoci troppo e guardiamo con favore alla realtà dell’Emilia Romagna, in questo momento vicina ad essere una piccola California all’italiana.
Andrea Lombardo
Fonte: Estense.com
Interessante notare che dall’inaugurazione della prima colonnina pubblica avvenuto nel lontano Marzo 2013, per rendere operative ben quattro ulteriori colonnine ci sia voluto più di un anno e mezzo. Sarei curioso di sapere quali e dove sono le restanti quattro colonnine per arrivare alle 9 citate all’inizio dell’articolo