La tecnologia cambia il mondo dell’auto: per qualcuno può essere un problema?

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photo credit: kirainet via photopin cc
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Pensiamo a quanto è successo con la telefonia: in un decennio la “normalità” è passata dal contemplare i vecchi telefoni fissi o, tutt’al più, le cabine pubbliche, all’avere nel palmo di una mano la possibilità di chiamare, chattare, condividere immagini e gestire – dovunque ci si trovi – una marea di strumenti.

Qualcosa di simile sta accadendo all’automobile: non più semplice mezzo di locomozione ma ennesima finestra multimediale che renda un tutt’uno lo spostarsi con le nostre esperienze virtuali.

Chi ha avuto la possibilità di provare un modello di ultimissima generazione, meglio ancora se elettrico, ne ha senz’altro avuto una dimostrazione.

Oggi, o meglio nei prossimi anni, gestire un veicolo non sarà più solo questione di compiere azioni istintive come salire a bordo, avviare un motore e guidare. Il progresso tecnologico – nel quale va letta una delle fondamentali chiavi per l’affermazione delle auto a trazione 100% elettrica – vuole fa somigliare sempre più le auto agli smartphone. Sino al punto di contatto, già ipotizzato, che vedrà fondere tablet – e relativa second life – ai controlli del mezzo.

Uno degli esempi più chiari di come la tecnologia farà evolvere l’automobilismo anche dal “lato utente”, oltre che da quello ingegneristico, è dato dalla Tesla Model S.

In questa berlina è uno schermo touchscreen da 17 pollici ad accentrare tutti i comandi e, se regolare specchietti, aprire tettucci o navigare in internet sono un qualcosa che può anche non sconvolgere, il fatto che tutto sia elettrico (a partire dal motore) rende possibile al nostro polpastrello modificare l’assetto delle sospensioni, lo sterzo, la ripresa del motore stesso.

Basta un aggiornamento software, poi, per avere un’auto “nuova”, ricevendo migliorie testate dalla Casa madre, come fatto in passato per evitare surriscaldamenti dei circuiti di ricarica.

Addio assistenza di persona, quindi? Proprio no.

Tutta questa tecnologia, che punta a rendere l’auto indispensabile collegandola anche ad una serie di bisogni indotti ma che, non dimentichiamolo, rappresenta anche un salto in avanti verso veicoli più sicuri e performanti, c’è da scommettere che impatterà contro un muro di resistenze.

Le più naturali saranno quelle di tutte le persone, non necessariamente avanti con l’età, poco propense già oggi a familiarizzare con gli amati-odiati smartphone.

Non averli rende “out” ma c’è chi vive bene proprio per questo motivo: non è perciò detto che trasformare le auto in aggregatori “social” sia una scelta condivisa da tutti. Ancor prima, non è detto che molti si adattino a gestire un veicolo che richiede un’app su smartphone per essere controllato a distanza in alcune delle sue funzioni, ad esempio la ricarica.

Per i più giovani ed intraprendenti, per chi è nato con un telefonino ed una Playstation portatile in mano, non vi sarà nulla di più naturale; ma per altri non sarà altrettanto, portando con buona probabilità una larga fetta di pubblico a capire ed usare il 10% delle capacità di un’auto elettrica (come d’altronde si fa con tablet&co).

Di certo non sarà il progresso a fermarsi, il mondo (la tecnologia ed il commercio) debbono evolversi, anche con diritto a farlo.

A mediare tra tante novità e chi cerca semplicemente di acquistare la miglior auto per sé dovrà probabilmente essere il venditore, anch’egli sottoposto ad un necessario rinnovamento generazionale: quanti di loro, già oggi, sanno indirizzare correttamente un cliente nella scelta tra varianti a benzina, diesel, ibridi, ibridi plug-in, elettrici o range extended?

Insomma, chi lo spiega alla Casalinga di Voghera quale mezzo fa al caso suo?

 

 

Andrea Lombardo

Fonte: TimesOfMalta