Continua l’impegno di Tesla Motors in terra asiatica: la Cina, promettente mercato per l’auto elettrica di lusso, ha bisogno di un forte sostegno soprattutto dal punto di vista infrastrutturale.
Così, al di là degli investimenti promessi dal governo centrale, è l’azienda californiana a muoversi, annunciando un progetto per l’installazione di 400 punti di ricarica da lei gestiti in 120 città.
Il piano arriva grazie ad una partnership stretta con la seconda società di telecomunicazioni del Paese, China Unicom, e InTime Retail: l’effetto sarà quello di triplicare le stazioni di ricarica a marchio Tesla, attualmente formate da 170 postazioni pubbliche Level 2 e soli 17 Superchargers, la tipologia rapida riservata ai possessori di Model S.
Anche le stazioni Level 2 installate dal produttore statunitense sono accessibili solo a chi possegga un cavo compatibile, insistendo così nella strategia adottata da Tesla in tutto il mondo per formare un terreno favorevole soprattutto ai propri modelli, la cui tecnologia è stata resa parzialmente open source pochi mesi fa per aprire un nuovo modello di business che metta la società di Palo Alto in posizione dominante su altre Case automobilistiche.
Lo sviluppo della mobilità elettrica in Cina, invece, sembra dunque sempre più destinato a passare attraverso l’interessamento diretto delle compagnie energetiche ed automobilistiche intenzionate a spingere questo settore.
Recentemente erano state ABB e BYD a stringere un patto per la costruzione di punti di ricarica adatti alle vetture di quest’ultima, mentre aveva suscitato curiosità la notizia che un magnate, neo proprietario di una Tesla Model S, avesse intrapreso la via del fai-da-te per infrastrutturare gli oltre 2000 km che collegano Beijing alla città di Hangzhou.
Intanto, Tesla sta ottenendo un ottimo riscontro per la sua berlina dalla Cina, con ben 38 delle sue maggiori città impostesi come mercati rilevanti.
Andrea Lombardo
Fonte: BloombergNews