Toyota, uno dei produttori automobilistici più grandi al mondo, nonché uno fra i più proiettati verso le tecnologie d’avanguardia ha deciso: dismettere la produzione di veicoli 100% elettrici in favore di altre, più affidabili a suo giudizio, tecnologie.
Nella fattispecie, si parla di vetture a fuel cells a idrogeno, vale a dire di mezzi che utilizzano sempre motori elettrici ma con alimentazione derivata dall’idrogeno come carburante. I vantaggi stanno nelle autonomie, pari a quelle dei veicoli endotermici cui siamo abituati, e nei tempi di ricarica, nell’ordine dei 4-5 minuti come con le tradizionali pompe di benzina.
Per Toyota, che va ribadendolo ormai da alcuni anni, l’auto a idrogeno è la vera soluzione sul lungo termine per la mobilità, affiancata, sul medio termine, dalle motorizzazioni ibride, soprattutto in versione plug-in.
Mitsuhisa Kato, a capo del settore ricerca e sviluppo di Toyota, è chiaro riguardo ai progressi, secondo lui eccessivamente lenti, registrati dalla tecnologia elettrica a batterie: “Le distanze percorribili sono troppo corte ed i tempi di ricarica troppo lunghi. Allo stato attuale dell’arte, qualcuno dovrebbe inventare una batteria da Premio Nobel per cambiare realmente qualcosa“.
In Nord America, dove gli EV stanno raggiungendo una buona penetrazione su alcuni mercati, il responsabile d’area Jim Lentz riconosce che “i veicoli 100% elettrici sono affidabili entro determinati contesti, specialmente urbani” ma si allinea con la visione della Casa madre per quel che riguarda gli scenari futuri.
I Giapponesi d’altronde fanno sul serio: i due modelli elettrici a batteria che hanno introdotto in patria e Stati Uniti, la Scion iQ EV (ri-brandizzazione della iQ commercializzata in Europa direttamente da Toyota) ed il Rav4 EV, sono già destinati alla dismissione, mentre l’anno prossimo entrerà in produzione la prima berlina a fuel cells per il mercato di massa.
Detto questo, dall’esterno resta qualche dubbio da fugare.
L’idrogeno come carburante offre certamente dei vantaggi rispetto all’accumulo di energia elettrica ma porta con sè due essenziali problemi che, nel medio-lungo termine, ne rendono difficile un’affermazione come reale alternativa.
Il prima riguarda la possibilità di rifornirsi, praticamente inesistente anche nei Paesi maggiormente pro idrogeno (basti pensare che in tutta la California sono 10 le stazioni di rifornimento attrezzate e appena un’altra è presente nel resto degli USA): se la difficoltà a reperire le colonnine di ricarica ha limitato gli EV moderni nei loro primi 4 anni di vita sul mercato, è difficile pensare che le ben più costose ed impattanti, da un punto di vista edile, pompe di idrogeno si moltiplicheranno a vista d’occhio.
L’altra questione riguarda il prezzo, dato che la berlina proposta da Toyota è attesa su una fascia di costo di circa 70,000 dollari. Tenendo conto che per la medesima cifra si può acquistare una Tesla Model S, auto di lusso da 502 km di autonomia, qualche dubbio sulla vantaggiosità delle fuel cells sorge.
Certo, il costituirsi di un’economia di scala ed il crescere dell’infrastruttura rendere amano questa tecnologia sempre più praticabile e competitiva: nel frattempo, però, l’elettrico puro avrà a sua volta compiuto dei progressi, esattamente come è accaduto dal 2010 ad oggi.
La prospettiva più realistica è che nel giro di un decennio si avranno tre alternative in grado di spartirsi il mercato e di spingere la competitività reciproca ben oltre i limiti attuali: l’elettrico, le fuel cells e le generazioni meno inquinanti di motori a combustione.
Andrea Lombardo
Fonte: rtt news
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