Cosa dire dell’anno che si sta concludendo? Il 2013 è stato un anno ricco di avvenimento sul fronte delle auto elettriche ma il ruolo più dirompente è stato senza dubbio recitato da Tesla Motors. Tuttavia, non è l’unica tappa miliare lasciata in eredità dagli ultimi 365 giorni.
Tesla, la nuova Apple?
Uno dei meriti più sensazionali della start up di Palo Alto, definizione che inizia a sembrare un po’ sottodimensionata, è quello di aver aperto una nuova frontiera per le auto elettriche, facendole assurgere nella mentalità comune da inaffidabili trabiccoli plasticosi a oggetti del desiderio, proprio come l’ultimo iPhone.
È vero, questo è più vero in America che in Europa, ed è ancora un po’ meno vero nell’Europa del Sud, dove siamo noi: qui la carismaticità di Elon Musk, CEO e cofondatore di Tesla, si è manifestata poco e, anche quando lo farà, dovrà vedersela con uno scenario culturale ben differente da quelli anglosassone o scandinavo.
Tuttavia, la bontà e la fascinosità del prodotto hanno lasciato un segno, riassumibile nel gesto che ho visto fare ad un signore a tu per tu con una Model S: saputo che era elettrica, non ha resistito a bussare sulla carrozzeria. Diamine, allora queste auto elettriche esistono!
Da un punto di vista globale, Tesla ha generato un’onda d’urto notevole nel mercato dell’auto, smuovendo non poco la corsa all’acquisto: quello che però non ha precedenti nella storia moderna dell’automobile è la sua crescita in Borsa.
Bolla, speculazione, effettiva scoperta di un prodotto vincente ed innovativo: si è sentito dire di tutto. Resta che anche dopo la pubblicità negativa (o positiva, dipende) degli incidenti subiti da tre sue berline elettriche poi incendiatesi, Tesla Motors ha chiuso la terz’ultima settimana di Dicembre con le azioni quotate a 147 dollari. A fine 2012 valevano 33.87 dollari.
USA da record, Europa alla scoperta dell’auto elettrica
Nel Vecchio Continente l’auto elettrica non ha fatto sfracelli ma nel 2013 qualcosa è senz’altro cambiato. Lo testimoniano i record ripetuti di share sul mercato complessivo dell’auto di alcuni Paesi, Norvegia in testa con lo strabiliante, per le zero emissioni, 12% di Novembre.
È stato però anche l’anno dell’arrivo di Tesla e del suo network di ricarica veloce, segno che l’azienda americana sta affilando i coltelli in vista di un apporto più massiccio al settore nel 2014.
Nel 2013 è nata poi la prima auto completamente elettrica prodotta da un vero e proprio status symbol delle quattro ruote europee come BMW, che con la i3 ha segnato un cambiamento netto rispetto ai precedenti, senz’altro più timidi, di altri marchi europei.
BMW non è però l’unica: è la prima a portare l’elettrica sul mercato con un batage pubblicitario non indifferente, incentrato per la prima volta sul cambio di mentalità e sul risparmio energetico nella produzione e non sul camuffare l’elettrico da benzina, ma prima di lei è arrivata Renault con la ZOE, una compatta elettrica finalmente proposta ad un prezzo più accessibile e dall’aspetto accattivante.
Non si può poi ignorare quanto visto al Salone di Francoforte, sin qui uno dei più “verdi” di sempre: l’industria dell’auto tedesca si è schierata e lo si capisce anche dalle scelte fatte in sede comunitaria europea.
L’ingresso di Volkswagen nella partita (la campagna pubblicitaria per la e-Up! elettrica è appena iniziata proprio in Italia) e l’adozione dello standard di ricarica rapida CCS sposato proprio dall’industria delle quattro ruote tedesca indicano la strada intrapresa dall’Europa.
Venendo agli Stati Uniti, per riassumere il 2013 non servono molte parole, è sufficiente ricordare un numero: 100,000. Il 2013 ha infatti visto affermarsi e confermarsi mese dopo mese un trend di vendita delle elettriche quasi triplo rispetto al 2012 e la soglia finale delle unità vendute lo conferma. Una goccia nell’Oceano? Senz’altro ma non dimentichiamoci che 3 anni fa quella goccia non esisteva nemmeno.
Italia: prime auto elettriche in TV ed un piano nazionale per la ricarica
Il 2013 per le auto elettriche italiane è stato ancora un anno di carestia per le vendite ma che ha gettato delle basi importanti.
Per la prima volta un colosso come Enel ha promosso un tour nelle città italiane per far conoscere i modelli di auto elettriche ed i sistemi di ricarica alle persone e, sempre per la prima volta, un’auto a zero emissioni ha bucato lo schermo in prima serata.
Infatti la campagna della Renault ZOE con colonna sonora firmata Simon & Garfunkel è stata un fulmine a ciel sereno: prima, anche la Nissan Leaf che all’estero è promossa con spot molto efficaci, in Italia si era palesata solo tramite mezzo stampa e lo stesso dicasi per le Peugeot iOn e Mitsubishi i-MiEV.
L’anno si conclude con il bis: dopo Renault è infatti Volkswagen, altro calibro da 90, a far passare sugli schermi l’accoppiata e-Up! elettrica ed XL 1 ibrida plug-in. Che dire, siamo ancora lontani dal vedere le elettriche normalmente affiancate a diesel e benzina nelle scelte degli Italiani ma qualcuno sta iniziando a preparare il terreno.
Sicuramente, chi dovrà dare la scossa sarà la politica nazionale e a questo proposito va ricordato che queat’anno porta con sé l’approvazione del piano nazionale per la ricarica dei veicoli elettrici, vale a dire uno stanziamento da 50 milioni di euro destinati all’adeguamento di parcheggi, aree di servizio e standard edilizi esistenti.
Un passaggio, questo, sconosciuto all’opinione pubblica in generale ma fondamentale perché i suoi frutti potrebbero appaiare l’infrastruttura italiana a quella dei Paesi più progrediti.
Insomma, per parafrasare un’espressione celebre, “le rivoluzioni non si fanno con l’orologio”: diamo tempo al tempo e la semina di questo 2013 che si chiude si trasformerà in un raccolto fruttuoso che promette di essere già tangibile nel giro del prossimo triennio.
Andrea Lombardo
Concordo con tutto quanto avete scritto: il 2013 è stato l’anno della svolta delle auto elettriche anche se non sembra perchè si è molto lavorato per rendere possibile la vera esplosione negli anni successivi.
Fra gli EVENTI del 2013 io segnalerei un grande ed importante avvenimento sopratutto per l’europa e sopratutto per l’Italia, ovvero l’adozione come presa totale e definitiva europea del connettore tipo 2, decretando la morte della tipo 3 (che era un’anomalia franco-italiana che ci ha frenato non poco).
Altra cosa secondo me importante di questo anno è la nascita di numerosi servizi di car sharing elettrici, a memoria mi vengono in mente EQ Sharing di Milano, Bee di Napoli, Ciro sempre di Napoli ed altri che ho letto in giro un po’ a macchia di leopardo in tutta Italia.
Nel 2013 sono passate anche quasi inosservate (per la bassissima disponibilità) poi molte plugin come la Volvo, l’Audio e la Toyota Prius plugin: si spera in una maggior disponibilità di pezzi nel 2014 anche per la vecchia Europa e quindi anche per l’Italia.
Aggiungo però anche alcuni tonfi, non piacevoli.
A parte i soliti annunciati da anni ed anni (Airpod, Bollorè, ecc) ci sono alcuni costruttori che hanno fatto retromarcia (Chevrolet ha rimandato a data da destinarsi la Spark EV) ed altri che pur non ufficializzando la cosa praticamente non supportano per primi le loro stesse vetture (Ford Focus EV e Smart ED).
Dal punto di vista italiano c’e’ un altro aspetto MOLTO importante del 2013: si è semplificata la possibilità di realizzare i retrofit manuali non essendoci più la necessità di nulla osta da parte del costruttore originale: una follia che era solamente italiana ora finalmente rimossa. Rimane il problema che l’omologazione del nuovo mezzo in Italia rimane assurdamente macchinosa, costosa, burocratica.
E questo apre un mondo verso i cugini ibridi che pure come OT vorrei accennare, nel bilancio 2013.
In questo anno c’e’ stato un incredibile differenza fra i due player giapponesi più accreditati.
Dopo anni di bistrattamento, finalmente Toyota (Italia) si è accorta che fa ibridi ed ha fatto una campagna pubblicitaria veramente massiccia e totale.
Non solo, in questo anno ha lanciato nuove versioni di prius (monovolume, MY2013), rilanciato la yaris e ben due versione nuove di auris ibride.
Inoltre ha reso 100% hybrid il suo marchio premium Lexus che è oggi dunque l’unico costruttore al mondo ad avere tutta la gamma ibrida.
L’altro costruttore giapponese è Honda che ha incredibilmente fatto tutto l’opposto.
Ha rimosso addirittura dal listino la Insight (che effettivamente era rimasta un po’ al palo, ma in fatti è in prossima uscita la versione 2014, finalmente full hybrid) e poco supportato la Jazz Ibrida (mentre la CR-Z è chiaramente auto di nicchia e non fa testo).
Ultimissima nota, e chiudo, è un ritorno all’elettrico ed agli USA dove in California la 500e ha fatto sfaceli su tutti campi: dai clienti agli esperti, dal mercato alle prenotazioni, da status symbol all’odio di Marchionne per questo mezzo, la 500e è arrivata sempre prima in tutte le classifiche.
BUON ELETTROANNO A TUTTI!