In questi giorni General Motors si appresta ad annunciare gli upgrade in vista della produzione della futura versione della Chevrolet Volt, il modello di auto a razione elettrica più venduta degli Stati Uniti (almeno finchè Nissan Leaf non avrà colmato anche l’ultimo gap).
Il Gruppo GM è pronto ad investire negli impianti di Detroit-Hamtramck, la linea d’assemblaggio che già oggi sforna le Volt elettriche, e di Brownstown Township, dove sono prodotte le batterie, ben 450 milioni di dollari; in aggiunta, a potenziare i due stabilimenti che si occuperanno della nuova Volt, saranno disposte 1,400 assunzioni.
General Motors sembra quindi intenzionata a non demordere sul terreno dell’elettrico, settore che attira investimenti sempre più forti e che coinvolge nomi di primissimo livello.
Quello che risulta ancora misterioso è in che modo la nuova Volt, modello targato 2016, si porrà sul mercato: le voci in merito sono disparate e la curiosità, dopo l‘assenza di rinnovamenti significativi della versione immessa sul mercato nel 2010, è alle stelle.
C’è chi paventa una diminuzione dell’autonomia in elettrico in favore di una motorizzazione ibrida plug-in e di una diminuzione del prezzo della vettura (attualmente intorno ai 40mila dollari, incentivi a parte) ma anche chi vorrebbe dare credito alle voci già circolate in passato di un aumento dell’autonomia elettrica.
Decisamente più improbabile appare l’ipotesi che la Volt, attualmente a trazione elettrica ma rigenerata da un motore benzina che produce energia durante la marcia, divenga un modello all electric: GM sta sì lavorando alle zero emissioni ed a batterie che superino i 300 km di autonomia ma la natura del marchio Volt è diversa.
Insomma, mentre gli appassionati sono liberi di speculare, General Motors guarda ai preparativi concreti: elettrica o range extended che sia, la nuova Volt 2016 promette di dare nuova linfa agli stabilimenti del Gruppo, nonché un bel ritorno occupazionale per il Michigan, Stato che li ospita.
Andrea Lombardo
Fonte: The Detroit News